Il Teatro dei Venti non si ferma «ma rispetteremo le regole sanitarie Nessuno si interessa delle compagnie e tante non ricevono sussidi»
l’intervista
Paola ducci
«Anche se formalmente non è concesso, a gennaio riapriremo il Teatro dei Venti con degli spettacoli a spot. Lo scopo è di rivendicate la nostra esistenza», ha tuonato Stefano Tè, direttore artistico del Teatro dei Venti, durante la presentazione delle attività di “Teatro Aperto”. E ha aggiunto: «Non saremo gli unici, da giorni infatti si sta costituendo una rete nazionale di teatri, tra cui alcune importantissime realtà italiane, tutte accomunate dal fatto di non percepire sovvenzioni statali ma di autofinanziarsi con attività di formazione, progettazione e produzione di spettacoli. Insieme si è deciso di alzare la voce e picchiare i pugni sul tavolo, per dire che il teatro è necessario e noi, come tutti, abbiamo bisogno di lavorare. Siamo tutti convinti che come abbiamo rispettato le regole prima le possiamo rispettare ora – continua Tè – Noi siamo assolutamente consapevoli della pericolosità del virus, ma ci stiamo chiedendo, senza ancora avere risposte, perché le stesse regole che vengono applicate nei centri commerciali o durante le funzioni religiose non possano essere applicate anche nei teatri».
«La modalità di protesta sarà molto semplice: pubblicizzeremo lo spettacolo soltanto due ore prima che vada in scena e accoglieremo il nostro pubblico nei numeri consentiti dai passati Dpcm e nel totale e rigoroso rispetto del distanziamento sociale».
Quello che ha spinto la compagnia cittadina, che conta undici dipendenti assunti a tempo indeterminato e che in questo momento sta vivendo una situazione drammatica, è il fatto di essersi sentiti totalmente invisibili non solo per lo Stato italiano, ma anche da tutti i teatri pubblici e stabili che stanno sopravvivendo grazie al Fus (Fondo unico per lo spettacolo) ma che non si sono resi disponibili ad aiutare le piccole realtà.
«I teatri come i nostri alimentano i grandi teatri grazie al lavoro di formazione, educazione e relazione nei quartieri– sottolinea Tè - Credo sia vergognoso che in questo momento di desolazione e di grandissima complessità non abbiamo avuto per niente il loro sostegno».
Nel frattempo però il Teatro dei Venti non si ferma e continua tutte le attività che fanno parte del progetto “Teatro Aperto”, iniziato nel precedente lockdown, che ha lo scopo di mantenere una relazione costante con il territorio, proseguire i progetti in ambito sociale e continuare ad essere artigiani delle relazioni. "Teatro Aperto" realizzato con il patrocinio del Comune di Modena consta di azioni quotidiane, interventi artistici mirati, come le Favole al Citofono, che arrivano a domicilio, quelle alla Finestra per le classi della scuola primaria San Giovanni Bosco, con un attore che raggiunge le classi dall’esterno con una lunga scala e ancora quelle al telefono (o su Zoom) per gli ospiti della Casa Residenza per Anziani. Dal 14 al 20 dicembre poi la compagnia sarà impegnata nelle prove dello spettacolo “Padri e Figli”, con attori del Teatro dei Venti e attori delle Carceri di Modena e di Castelfranco. Il debutto di questo lavoro, previsto per dicembre, è stato rimandato a data da destinarsi, probabilmente nella nuova edizione di Trasparenze Festival.
Conclude l’assessore Andrea Bortolamasi: «Come amministrazione continuare a patrocinare tutte le realtà e le iniziative teatrali della città è il minimo. Ma questo non basta. Di fatto il settore dello spettacolo è l’unico che è stato messo in totale lockdown e la cosa preoccupante è che è calata la totale sordina su questo settore, sulla sua necessaria ripartenza e sui gravi problemi di tenuta e sostenibilità che le realtà che si autosostengono stanno attraversando». —
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