Un lungo applauso per l'ultimo saluto ad Antonino Cataldo: «Ciao dottore, sarai sempre qui»
foto da Quotidiani locali
AVIANO. L’applauso prolungato all’interno del duomo, terminate le esequie del medico Antonino Cataldo, è continuato sul sagrato. E quando il feretro si è allontanato, tanti suoi pazienti, commossi, battendo le mani hanno anche esclamato: «Antonino, sarai sempre con noi».
Distanziati e con la mascherina, tanti avianesi, i pazienti e colleghi di Antonino Cataldo sono intervenuti per salutarlo l’ultima volta, stringendosi alla moglie Lucia, alla figlia Francesca e ai parenti tutti. A presidiare la piazza, consigliando dove trovare parcheggio protezione civile e vigili da un’ora prima delle esequie. Con il gonfalone del Comune, il sindaco Ilario De Marco Zompit, assessori, consiglieri comunali e Riccardo Riccardi, vicepresidente della giunta regionale e assessore alla sanità. Sull’altare tanti compagni di scuola di Francesca, delle medie di Aviano e dell’Istituto scolastico Vendramini.
A celebrare la messa don Marino Rossi, direttore del Vendramini, assieme al parroco don Franco Corazza e al dicono Luigi Sartori. Nell’omelia don Marino ha alternato il messaggio evangelico di Matteo («Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi») e la vita esemplare di Antonino Cataldo verso la famiglia che amava (la moglie Lucia e la figlia Francesca, la “sua principessa”) e con gli ammalati seguiti costantemente da Cataldo fino, in questa terribile e tragica pandemia, al suo estremo sacrificio.
Il silenzio della cerimonia si è rotto con l’intervento dal pulpito dell’amico Guido Lucchini, presidente dell’Ordine dei medici. «Caro Nino – ha detto Lucchini – in questa pandemia non sei stato renitente alla leva. Hai risposto alla chiamata, ti sei arruolato, hai combattuto fino a pagare con il prezzo della vita. Per questo è indispensabile un piano di intervento organizzato da parte delle istituzioni per far sì che il medico possa lavorare in sicurezza. L’equipaggiamento è importante soprattutto quando di fronte alla battaglia è quello che ti consente di preservare salute e vita. Nino, tu sei il numero 258 nell’elenco dei medici caduti per il Covid. Ogni volta che leggerò il tuo nome, sentirò una stretta perché ti ho voluto bene. Sei stato marito e padre affettuoso, medico serio e preparato, persona simpatica e socievole. Tante cose sono certe – e la voce di Lucchini è sembrata per un attimo incrinarsi –, Nino, ci mancherai. Mancherai a Lucia, alla tua adorata principessa Francesca, al nostro studio medico, mancherai alla comunità. Per tutto quello che hai fatto è giusto salutarti con un lungo e forte applauso», ripetuto a più riprese sul sagrato dove i pazienti più anziani hanno intrecciato i tanti ricordi di Antonino con quelli di suo padre Salvatore Cataldo, professore di lettere e primo preside, negli anni ’50 alle medie. –