Maxi rissa al Pincio: un telefonino rubato la miccia che ha fatto esplodere centinaia di adolescenti
All'origine del pestaggio ci sarebbe il furto di un cellulare a un 14enne nella periferia romana. Poi un confronto in cui erano rimasti feriti i famigliari del ragazzino derubato
Una scia di aggressioni, liti e regolamenti di conti dietro alla maxi rissa avvenuta al Pincio sabato 5 dicembre. All'origine di quell'esplosione di violenza fra centinaia di adolescenti nel cuore di Roma, il furto di un telefonino. Sarebbe partita da qui, dalla sottrazione di uno degli oggetti cult nella vita di ogni giovanissimo, la sequenza di gesti, provocazioni e vendette che nel giro di due settimane hanno portato alle scene viste sulla terrazza romana di Villa Borghese. In uno dei luoghi più famosi della Grande Bellezza conosciuto in tutto il mondo e trasformato per l'occasione in un ring dove le azione violente fra scazzottate e dintorni avevano un retroscena risalente a diversi giorni prima. Come si era già ipotizzato. Alla conclusione è giunta la Procura minorile in seguito all'indagine condotta dai carabinieri che si è chiusa con il 415 bis, ovvero l'atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio notificato ai legali di quattro minorenni considerati i responsabili della vicenda e finiti nel registro degli indagati.
Le tappe
L'epilogo, a un passo dalla centralissima piazza del Popolo, sarebbe stato l'ultima tappa di una serie di scontri iniziata una ventina di giorni prima nella periferia romana, al quartiere Tuscolano Cinecittà. A un ragazzo d'origine egiziana, lo stesso che sarà aggredito al Pincio, viene sottratto lo smartphone. Lui individua l'autore del furto e gli dà appuntamento nei pressi di un centro commerciale della zona il 21 novembre per chiarire l'accaduto. Il confronto degenera, ad avere la peggio sono i famigliari del ragazzino derubato che volevano tentare di appianare il dissidio e che invece finiscono in ospedale aggrediti dal presunto ladro e da suo fratello che li colpiscono con dei caschi e dei calci in pieno volto.
Risultato: una frattura allo zigomo, al setto nasale con tumefazione orbitale per l'uomo, e un trauma cranico commotivo, trauma spalla destra e legione lombare, come scrive il pm Maria Perna.
Il regolamento di conti
Da qui in poi la vicenda si fa un po' nebulosa, perché non è ancora chiaro come si sia arrivati a quello che a tutti gli effetti appare come un regolamento di conti in piena regola ovvero la maxi rissa al Pincio. Di certo c'è che l'appuntamento per assistere a un pomeriggio movimentato, fatto di assembramenti, scazzottate e ben poco rispetto delle norme anti Covid con mascherine rigorosamente abbassate, era girato pochi giorno prima sulle chat di molti gruppi di giovani romani ed era diventato subito virale. Così come i video poi pubblicati su Telegram e Instagram. Ma non è chiaro, appunto, se sia partito proprio dai ragazzi coinvolti nel furto del cellulare. O se i gruppi rivali si siano trovati lì e a quel punto abbiano colto l'occasione per darsele di santa ragione. Inizialmente si era parlato di una lite annunciata fra due ragazzine per precedenti dissidi. Fatto sta che il parapiglia si è allargato fra quanti erano presenti e sono volati calci e cazzotti in un pestaggio senza tregua. E il 14enne vittima del furto al Tuscolano si è ritrovato con il naso rotto aggredita ancora con calci e pugni ai fianchi. Il ragazzo si ritroverà con il naso rotto accanto a un suo amico anche lui preso a schiaffi con tanto di escorazioni al labbro. È spuntata anche un'arma ritrovata dopo quello che si può definire un round: appartiene al padre di uno dei quattro ragazzini identificati e che ora rischiano il processo, una ex guardia giurata che deteneva la pistola.
Rissa a Villa Borghese, raid a Cinecittà
Esattamente una settimana dopo, cioè sabato scorso 12 dicembre sempre nella stessa zona, all'interno di Villa Borghese nei pressi di piazza di Siena non è mancata un'altra rissa che ha visto ancora decine di adolescenti del quartiere Trieste Salario azzuffarsi tra di loro.
Dieci i ragazzini identificati, nessuno dei quali per fortuna ha riportato ferite. Il più grande aveva 14 anni. Riconsegnati alle rispettive famiglie, finora non sono emersi collegamenti con quanto accaduto sulla terrazza del Pincio. Risale a qualche giorno fa invece il raid punitivo ai danni di una frutteria nel quartiere Tuscolano Cinecittà, teatro anche del furto del cellulare da cui sarebbe nata la maxi rissa al Pincio. Una quarantina di giovanissimi hanno dato l'assalto al negozio gestito da un bengalese. Non è chiaro se si sia trattato dell'ennesima esplosione di aggressività di adolescenti «orfani della movida» a causa del coprifuoco anti Covid. O ci siano motivazioni a sfondo razziali. Le indagini sono ancora in corso.