L'assassino di Vittorio Veneto: «Non volevo ucciderlo, chiedo perdono a tutti»

VITTORIO VENETO. «Non volevo ucciderlo ma quando l’ho vista assieme a lui ho perso la testa. È stato un raptus incontrollabile. Chiedo perdono a tutti».

Giovanni Maria Cuccato, l’operaio coneglianese di 44 anni che, sabato scorso, ha assassinato il pensionato di 72 anni di Colle Umberto, Luciano Dall’Ava, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari Gianluigi Zulian. Ma ha comunque rilasciato dichiarazioni spontanee, chiedendo perdono e sottolineando di aver agito d’impeto.

Cuccato, che si trova rinchiuso da domenica mattina nel carcere di Santa Bona, è ancora sotto choc, e l’udienza di convalida s’è tenuta, mercoledì mattina, in streaming con il giudice collegato via computer con il carcere di Santa Bona. Come previsto, poi, nel pomeriggio, il gip ha convalidato l’arresto e ha confermato la detenzione in carcere per Cuccato.

Intanto, nella tarda mattinata di giovedì, c’è un altro passaggio formale dell’inchiesta: alle 11.30, il sostituto procuratore Giulio Caprarola incaricherà il medico legale Alberto Furlanetto di effettuare l’autopsia per capire quanti colpi di coltello sono stati inferti alla vittima e soprattutto quale è stato quello mortale. Nel frattempo le indagini dei carabinieri continuano e, oltre agli esami di laboratorio, non è escluso che i militari del Ris intervengano anche a Osigo, nella casa di Cuccato.

I militari del reparto Scientifico del comando di Treviso hanno già inviato ai laboratori del colleghi del Ris gli indumenti, le scarpe, l’arma ed i fazzoletti intrisi di sangue trovati nell’auto e a casa di Cuccato. Tutto servirà, a stabilire con esattezza ruoli e dinamica dei diversi protagonisti dell’omicidio di San Giacomo di Veglia. Oltre all’automobile e all’arma usata per il delitto, i carabinieri hanno posto sotto sequestro anche la casa di Osigo dove Cuccato s’era trasferito da appena due giorni.

Ed è lì che i militari del Ris potrebbero intervenire per effettuare un sopralluogo nella casa dove Cuccato s’è recato per cancellare le tracce di sangue e per ripulire il coltello usato per uccidere il pensionato di Colle Umberto. Cuccato ha infatti gettato in lavatrice gli indumenti e poi è tornato nel luogo del delitto dove poi è stato arrestato. Nel frattempo i carabinieri non hanno ancora trovato il cellulare della nigeriana che Cuccato aveva preso con sè dopo il delitto.

Un giallo in quanto Cuccato s’è disfatto del cellulare della donna solo dopo aver estratto la Sim card. Cosa voleva fare con la tesserina? Voleva forse analizzare i contatti della donna con la quale aveva avuto in passato una relazione che lei aveva troncato? Indipendentemente dalle sfumature della dinamica del delitto, la confessione e le prove raccolte non lasciano spazi a gialli. L’unico aspetto da approfondire è quello della natura dell’omicidio: se sia stato premeditato oppure, come sostiene Cuccato, un raptus. Ma su questo fronte stanno lavorando i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso e del comando di Vittorio Veneto. —

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