I flussi di voto dei partiti nel 2020: chi sale, chi scende

Chi sale, chi scende. Chi ha perso voti, chi li ha guadagnati. Il 2020 è stato un anno particolare, forse unico per la politica italiana, condizionata dalla pandemia che ha di fatto scombussolato qualsiasi criterio di consenso. È stato comunque un anno con numerosi appuntamenti elettorali regionali che hanno determinato successi e sconfitte. Con il Prof. Renato Mannheimer (Eumetra) abbiamo analizzato il comportamento dei partiti da gennaio ad oggi, stando alla supermedia dei sondaggi di Youtrend.

Molti, guardando alla televisione o sui giornali le variazioni settimanali del consenso ai partiti rilevate dai sondaggi, hanno l'impressione di spostamenti piccolissimi e di una sostanziale stabilità elettorale. E' vero il contrario: l'elettorato italiano, specie negli ultimi anni, è sempre più mobile e tende, senza particolari ritrosie, a cambiare le simpatie – o l'intenzione di voto – per un partito politico o per l'altro.

Abbandonate le ideologie tradizionali, che comportavano un voto di identità sempre uguale, i cittadini scelgono di volta in volta, sulla base delle proprie impressioni, la forza politica da sostenere.

Lo si vede bene esaminando nell'insieme l'andamento delle intenzioni di voto espresse in questi ultimi anni e, in particolare, negli ultimi 12 mesi.

Vi sono diversi casi emblematici che mostrano la mobilità degli elettori.

Lega

Il primo è quello della Lega. Dopo un risultato relativamente modesto alle elezioni politiche del 2018, la Lega è cresciuta fortemente nei mesi seguenti, ottenendo, grazie alla leadership di Salvini, un rilevante successo alle consultazioni europee del 2019, con un ulteriore significativo incremento successivo. Ma, a partire dall'autunno 2019 (e specialmente in concomitanza al secondo Governo Conte), la Lega ha invertito bruscamente il suo trend e ha cominciato regolarmente a calare: la diminuzione di consensi procede ormai da molti mesi. A gennaio 2020 il partito di Salvini aveva quasi il 31% e oggi, pur restando il primo partito, si attesta a poco sotto il 24%. E il trend di discesa sembra continuare. Parrebbe, in questo caso, che l'effetto del leader si vada progressivamente attenuando (come vedremo, in buona misura a favore di Fratelli D'Italia).

M5S

Un altro caso rilevante di calo è costituito dal Movimento 5 Stelle. Dopo un clamoroso successo alle elezioni politiche del 2018, i grillini hanno regolarmente perduto consensi, dimezzando di fatto i propri voti già alle elezioni europee. La contrazione è proseguita nell'ultimo anno, seppure in modo più attenuato. Il Movimento di Grillo aveva quasi il 16% a gennaio e può contare ora su meno del 15%: ma il trend calante pare decisamente imboccato. Secondo molti osservatori, il Movimento 5 Stelle ha deluso le aspettative di una parte consistente di quanti l'avevano entusiasticamente votato nel 2018. Esso viene accusato di aver abbandonato gli ideali di un tempo e di essersi pienamente adattato a una logica di potere e di governo. Tanto che, come è noto, si stanno manifestando segnali di scissione interna. È probabile che i grillini possano subire una severa sconfitta alle prossime elezioni, quando ci saranno.

Fratelli d'Italia

Del tutto opposto, come si è detto, è l'andamento di Fratelli d'Italia. Il partito della Meloni aveva ottenuto un risultato modesto alle politiche e solo di poco migliore alle europee. A partire dall'ottobre del 2019, tuttavia, e nel corso dell'ultimo anno, Fratelli D'Italia ha visto aumentare i suoi consensi in modo clamoroso. Dal 10,7% rilevato a gennaio, si attesta oggi al 16,2% con un incremento di circa 6 punti, vale a dire conquistando approssimativamente 2.500.000 elettori. Il merito è in larga misura di Giorgia Meloni, vista come un possibile rifugio credibile per molti elettori del centro destra (ma non solo).

Forza Italia

Sempre nell'ambito del centro destra, Forza Italia, ha subito anch'essa un calo dopo le elezioni politiche del 2018, riflesso nel modesto risultato delle europee del 2019. A partire da quel momento, tuttavia, si è stabilizzata, mantenendo un consenso attorno al 7%, in lieve crescita dall'inizio dell'anno. La leadership di Silvio Berlusconi conta ancora molto per le sorti del partito, anche se si è persa la popolarità dei tempi passati.

Pd

Il PD costituisce la seconda forza politica del nostro paese, ormai a poca distanza dalla Lega. Esso ha visto, rispetto ad altri partiti, un andamento più stabile, manifestando però una lieve crescita (poco più dell'1%) negli ultimi 12 mesi: era al 19,3% a gennaio ed è oggi stimato al 20,6%. L'alleanza con il Movimento 5 Stelle non lo ha quindi danneggiato, ma neanche favorito eccessivamente e la leadership di Nicola Zingaretti si è secondo alcuni, manifestata in modo meno brillante di quanto qualche osservatore si aspettava.

Italia Viva

Infine, si può citare l'andamento del partito di Matteo Renzi, che, contrariamente alle aspettative del suo fondatore, non è riuscito a "sfondare". Anzi, ha subito negli ultimi mesi una diminuzione di poco più del 1%, passando dal 4,4% rilevato a gennaio al 3,2% su cui può contare attualmente. Se si dovessero attuare le soglie previste dalla nuova legge elettorale, Italia Viva scomparirebbe dal nuovo parlamento.

Nell'insieme, le forze di centro destra hanno visto, rispetto alle politiche del 2018, un forte incremento, oltre il 10%, che permette di confermare il vantaggio sul centro sinistra. La creazione del Governo Conte 2, volta a scongiurare una possibile vittoria del centro destra alle elezioni, non è dovunque servita a contenere il predominio di consensi di quest'ultimo, che si è addirittura rafforzato nell'ultimo anno.

Va tuttavia sottolineato che sulla base dei dati esposti fin qui, appare arduo prevedere un possibile risultato elettorale, nel momento in cui saremo chiamati al voto. Come si è detto, l'elettorato ha opinioni molto fluide, fortemente influenzabili dalla campagna elettorale.

Non solo: i dati che ci vengono offerti regolarmente dai sondaggi sono inficiati dal fatto che essi sono calcolati al netto dei molti che non sanno o non vogliono esprimere la propria opinione nel momento in cui vengono intervistati (dal 30% al 40% dei diversi campioni), ma poi, in occasione della scadenza elettorale, si recano egualmente alle urne, maturando la propria scelta all'ultimo momento.

Ciò nonostante, è ragionevole pensare che, in caso di elezioni, il centro destra mantenga il proprio vantaggio. Ma le consultazioni svoltesi negli ultimi anni in Italia (e non solo in Italia) ci hanno abituato a molte sorprese.