L'affanno di Treviso, e il durissimo dicembre veneto del Covid
Ecco i dati sull'evoluzione dell'epidemia nella regione da inizio dicembre fino allo scattare del lockdown. Ora si spera in un freno e nell'avvio della campagna vaccinale
TREVISO. Un continuo, drammatico bollettino di guerra. E' quello che ha caratterizzato il dicembre veneto del coronavirus, dall'uno fino allo scattare del lockdown. Contagi in crescita, decessi in crescita, numeri spesso spaventosi che hanno visto la provincia di Treviso e Verona incassare i peggiori dati a livello regionale.
Ora si ipotizza che il "caso Veneto" possa essere anche indicatore dell'ingresso di una variante più contagiosa, come quella inglese, ma non ci sono ancora dati certi. Gli unici purtroppo, sono quelli delle tabelle dell'Azienda zero regionale che hanno quotidianamente monitorato la situazione.
Le prossime ore permetteranno di capire se la limitazione dei movimenti imposta a livello nazionale durante le festività di Natale e Capodanno, fino all'Epifania, permetteranno di abbassare numeri che, come è evidente nei grafici qui riportati, sono stati in costante aumento.
Il 27 dicembre scatterà il Vday in tutta Italia, una giornata evento, perchè rappresenterà la prima volta del vaccino in tutta Europa. I primi a ricevere le dosi saranno medici e infermieri in prima linea, poco più di un centinaio quelli che verranno vaccinati nel Trevigiano, oltre ottocento a livello veneto.
Dopodichè inizieranno a organizzarsi le campagne vaccinali vere e proprie che scatteranno a gennaio dalle case di riposo e dagli ospedali, per poi allargarsi, in base a disponibilità di vaccini e logistica, a tutte le fasce a rischio.
I Comuni sono pronti a mettere a disposizione locali o spazi di loro proprietà, è possibile si ricorra come è stato fatto in primavera a palasport per vaccinazioni di massa, ma anche a drive-in, formula utilizzata per i tamponi e che ha permesso di rendere le procedure rapide e relativamente "comode".
La logistica di questa grande campagna di distribuzione dei vaccini sarà un altro elemento decisivo: conteranno rapidità e precisione, almeno fino a quando si tratterà di distribuire il vaccino Pfizer che necessita di essere conservato sotto i 70 gradi. La ex Pagnossin e un deposito di Monselice potrebbero essere i poli logistici dell'operazione.