Un secolo fa moriva Antonino di Prampero: storico, geografo e politico friulano
Fu tra i primi ufficiali italiani ad entrare a Udine nel 1866. Sindaco della città, fu anche vicepresidente del Senato
UDINE. «Antonino di Prampero fu insieme un conservatore e un precursore audace; e spesso noi lo vedemmo, giovanissimo fra i giovani, spronarli ad osare, incoraggiarli a volere, educarli ad operare»: così parlò Elio Morpurgo alle esequie del conte udinese Antonino di Prampero, scomparso cent’anni fa, il 27 dicembre 1920.
Classe 1836, pluridecorato nella Seconda e Terza guerra d’indipendenza, di Prampero fu tra i cospiratori anti austriaci, tra i primi friulani arruolatisi nell’esercito sardo e tra i primi ufficiali italiani entrati a Udine nel luglio 1866. Laureato in Giurisprudenza, ricoprì varie cariche politico-amministrative: consigliere, assessore comunale e per due volte sindaco a Udine; segretario, vicepresidente e presidente del Consiglio provinciale di Udine; consigliere comunale e sindaco a Tavagnacco; consigliere comunale a Magnano in Riviera.
Ma, soprattutto, fu il primo deputato della Camera in rappresentanza di Udine, poi senatore del Regno e vicepresidente del Senato. Nondimeno, la sua intensa e poliedrica operosità appare ancora più chiara considerando che egli trovò il modo di occuparsi di statistica, storia, geografia, toponomastica e quant’altro. Persino di matematica, e con eccellenti risultati: è suo, ad esempio, il pregevole “Saggio di tavole dei logaritmi quadratici” (Tipografia Doretti, Udine, 1885).
«Il lavoro matematico di mio bisnonno Antonino – ci racconta il pronipote Pietro Enrico di Prampero, professore emerito di Fisiologia dell’Università di Udine – fu citato in una delle migliori edizioni dell’Enciclopedia Britannica, quella del 1911; eppure, questo fatto era ignorato in famiglia!
Ho saputo di quella prestigiosa citazione per caso, negli anni Ottanta, quando all’Università di Ginevra ricevetti una lettera dall’Ateneo di Buffalo, nello Stato di New York, dove avevo lavorato anni prima: il direttore del Dipartimento di Fisiologia mi chiese se conoscevo un certo conte “A. di Prampero”, citato nella suddetta Enciclopedia, ed io lo resi felice mandandogli una copia di quel libretto del mio avo».
Numerose furono le leggi per le quali il conte di Prampero s’impegnò al fine di provvedere a necessità di ogni tipo: funzioni di province e comuni, pareggio di bilancio, anagrafe e stato civile, assistenza ospedaliera e manicomiale, lavoro femminile, istruzione ed edilizia pubbliche, servizi di leva, viabilità, ferrovie, risanamento idraulico-agrario... Il tutto fra progetti e questioni di rilievo locale, nazionale e internazionale, quali la linea ferroviaria per unire Vienna all’Adriatico, la sorte dei lavoratori friulani emigrati in Romania, e così via.
Sposato con Anna Teresa Kechler, figlia dell’influente imprenditore Carlo, ebbe come figli (oltre a Costanza, morta da infante) Bianca, Giacomo, Carlo, Bruno e Francesco. Bianca (crocerossina) e Bruno, decorati al valore, morirono nella Grande guerra, dopo la quale Antonino presiedette il Comitato di patronato per i profughi friulani. Egli fu interventista perché, come molti altri, intendeva completare a quel modo l’opera del Risorgimento, i cui ideali aveva sempre diffuso partecipando a comitati commemorativi, scrivendo e tenendo conferenze.
Produsse inoltre cospicue ricerche e fu, tra le tante altre cose, socio ordinario dell’Accademia di Udine, socio della Società geografica italiana, socio corrispondente della Consulta araldica, ispettore per gli Scavi e monumenti del Friuli e socio onorario della Deputazione di storia patria per le Venezie.
Una curiosità, ma significativa: Antonino di Prampero è l’unico ad essere ricordato a Udine con tre marmi commemorativi: una targa sulla parete della sua abitazione in Piazza Duomo (dove oggi vivono Pietro Enrico di Prampero e la moglie Marisanta de Carvalho, che curano anche la Biblioteca e l’Archivio famigliare) e due busti: uno nella sala della Giunta comunale, l’altro nella Loggia di San Giovanni. –