Mille euro lordi in più l’anno in busta paga e bonus Covid fino a 470 euro ai comunali

Raggiunto l’accordo con le sigle sindacali per il nuovo contratto decentrato che interessa circa 2.500 lavoratori pubblici

TRIESTE Un aumento minimo di 80 euro al mese per tutti i dipendenti comunali e un bonus una tantum per il personale che ha affrontato l’emergenza Covid. Ecco cosa prevede il nuovo contratto decentrato, sottoscritto da sindacati e Comune, che interessa circa 2.500 lavoratori municipali. Lavoratori che, da gennaio, potranno contare appunto su un aumento in busta paga stimato in circa mille euro lordi all’anno a cui si aggiunge una premialità fino a 470 euro per chi ha dovuto affrontare l’emergenza Covid. L’accordo prevede poi il via libera a circa 300 progressioni orizzontali, quelli che una volta venivano definiti scatti di anzianità. Un’operazione del valore complessivo di poco superiore ai 6 milioni di euro per le casse municipali.

Nel contratto decentrato - che, nel caso dei lavoratori pubblici del Friuli Venezia Giulia, si affianca a quello del comparto unico - sono contenuti gli ambiti delle premialità suddivisi in tre grandi aree: la valutazione individuale, la valutazione del settore rispetto agli obiettivi e infine il capitolo che racchiude indennità e rischio disagio. Aver messo a segno il rinnovo dopo il confronto con i sindacati è motivo di soddisfazione per l’assessore al Personale Michele Lobianco. «È un contatto che consente di erogare una serie di indennità compresa quella legata all’emergenza Covid e assicura le progressioni orizzontali a chi non le aveva avute negli ultimi anni. Nel documento - prosegue Lobianco - sono contenute innovazioni meritocratiche legate all’attività del personale e possiamo definire questo accordo come un passo avanti importante condiviso con le sigle sindacali».

Serena Miniussi, della segretaria Cgil Funzione pubblica, conferma la soddisfazione. «L’intesa è arriavta al termine di un percorso molto intenso partito non nel migliore dei modi visto che la prima proposta da parte datoriale non era piaciuta ai sindacati - spiega - . Come Cgil, Cisl e Uil avevamo quindi presentato una controproposta importante della quale è stato accolto praticamente tutto. Era di vitale importanza - sottolinea la sindacalista - che in questo accordo si andasse a chiudere un ciclo di progressioni orizzonti per quei lavoratori che non avevano avuto riconoscimenti negli ultimi due anni».

Per quanto concerne il tema Covid è previsto un bonus una tantum per i lavoratori coinvolti che parte da 400 euro e arriva fino a 470 euro. La cifra più alta è rivolta ai dipendenti che durante il lockdown sono stati costretti ad operare in smartworking e hanno dovuto attrezzarsi in maniera autonoma, sostenendo spese come l’acquisto di tablet o computer. Dispositivi che l’amministrazione non ha potuto fornire subito a tutti visto il poco tempo avuto per procedere con bandi o acquisti diretti. Alcuni dipendenti, inoltre, hanno dovuto rivedere i contratti privati di telefonia delle loro abitazioni per riuscire ad avere connessione e banda sufficiente a lavorare da remoto.

«Ci sono stati lavoratori - aggiunge Miniussi - che hanno operato dal proprio smartphone per riuscire a garantire i servizi in alcuni settori strategici. Penso ad esempio all’area Servizi sociali in cui, per riuscire ad erogare i buoni spesa, gli operatori non si sono fermati neanche la domenica». Il premio Covid è rivolto anche a chi ad esempio operava nelle case di riposo o in settori a contatto con il pubblico come la Polizia locale.

Come detto il nuovo contratto decentrato prevede un aumento minimo stimato in circa mille euro lordi all’anno per tutti i 2.500 dipendenti. Si tratta però di un conteggio estremamente variabile e legato soprattutto alle indennità e alle responsabilità. Ad esempio i vigili urbani che sceglieranno di avere la pistola avranno una busta paga maggiorata rispetto a chi presterà servizio disarmato, come da accordi. —