“Tenebre e ossa”, la serie tv: la recensione di Vogue e le interviste al cast

Un po’ Trono di Spade, un po’ His dark materials e un po’ Il signore degli anelli: la serie-evento Tenebre e ossa arriva su Netflix il 23 aprile. Tratta dalla fusione dell’omonimo romanzo e di Sei di corvi, nel Grishaverse inventato dalla scrittrice Leigh Bardugo (Mondadori), è uno dei titoli più attesi della stagione perché racconta di un universo fantastico pericoloso ma affascinante.

Ben Barnes in “Tenebre e ossa”
Ben Barnes in “Tenebre e ossa”
DAVID APPLEBY/NETFLIX

LA TRAMA

In un mondo distopico e misterioso la vita è letteralmente divisa in due dalla Faglia d’Ombra, una spaccatura gigantesca che tende ad ingoiare chiunque vi si avvicini. Ecco perché i popoli che vivono nella zona sono costretti a viaggi lunghi e spossanti per aggirarla. Non mancano però quelli che provano comunque ad attraversarla, correndo il rischio di perdere la vita. Per questo esistono varie fazioni militarizzate, spesso in conflitto tra loro, pronte a tutto pur di svelare il segreto del luogo e impossessarsene. Tra loro regnano razzismo e diffidenza e a pagarne le conseguenze sono le creature di sangue misto, come la protagonista Alina (Jessie Mei Li), un’abile apprendista cartografa, che ha per famiglia solo il miglior amico Mal (Archie Renaux). Quando la ragazza incontra il generale Kirigan (Ben Barnes) scopre abilità impensabili e da reietta della società si ritrova al centro di molte attenzioni. Le attività illegali e criminali sono spesso nelle mani di individui non affiliati ad alcuna associazione, una sorta di battitori liberi, mercenari pronti a fare affari con il miglior offerente. Di questa categoria poco definita fanno parte Inej (Amita Suman), Jesper (Kit Young) e Kaz (Freddy Carter).

La storia è stata adattata a puntate dallo sceneggiatore Eric Heisserer, vero e proprio maestro dell’horror.

Archie Renaux e Jessie Mei
Archie Renaux e Jessie Mei
DAVID APPLEBY/NETFLIX

LA PAROLA AL CREATORE

In un incontro con il cast al gran completo e con il creatore, i protagonisti hanno svelato via Zoom segreti e retroscena di un appuntamento seriale imperdibile.

Quali sono state le sfide più grandi dell’adattare un capolavoro tanto ricco e complesso?
Eric Heisserer: Sono state moltissime perché creare visivamente un mondo da zero vuol dire prendere decisioni su ogni dettaglio, dal tipo di valuta al sistema numerico adoperato. Per non parlare poi delle lingue, del set, dei costumi e via dicendo. I libri però sono stati un punto di partenza eccezionale.

Qual è, secondo lei, il cuore della serie?
Eric Heisserer: Questo ostacolo che divide il mondo del Grishaverse è una metafora delle difficoltà che a noi sembrano insormontabili. Ecco, allora, che un racconto fantasy diventa moderno, attuale e reale. E lo dico soprattutto di questi tempi di Covid-19: la serie sembra più che mai uno specchio del nostro quotidiano.

In che misura ha coinvolto la scrittrice Leigh Bardugo nell’adattamento?
Eric Heisserer: Senza di lei non avremmo potuto farlo. Le ho fatto milioni di domande, su qualunque aspetto, e mi ha fornito il background e i dettagli di tutto. La serie diventa così una versione del mondo letterario che lei ha inventato e credo sia giusto che l’autore partecipi alla trasposizione.

Tenebre e ossa
Tenebre e ossa
DAVID APPLEBY/NETFLIX

LA PAROLA AL CAST

Ci racconta qualcosa delle riprese?
Freddy Carter: Abbiamo iniziato i sei mesi di riprese a settembre 2019, ma prima ci siamo preparati con un mese di pre-produzione, così abbiamo finito di girare appena una settimana prima del lockdown.

Il suo Kaz è uno che non vorresti incontrare mai né in un vicolo buio, né alla luce del sole perché fa venire i brividi lungo la schiena ad un solo sguardo. Quale pensa sia la maggior forza e debolezza di questo personaggio?
Freddy Carter: Kaz non si ferma mai. Davanti a nulla. Per nessuna ragione. Ecco, pur di raggiungere uno scopo farebbe di tutto, il che è al tempo stesso la più grande forza e la maggiore debolezza.

Il casting della serie è un inno alla diversità, cosa ne pensa?
Amita Suman: Credo sia il più grande dono di Tenebre e ossa. Io sono cresciuta con i fantasy ma non ho mai visto alcun tipo d’inclusività in quelle storie, il che da fan mi ha spezzato il cuore perché è un genere ricco di messaggi per il pubblico ed è cruciale che riguardi tutti. E questa storia è una celebrazione della diversità, oltre a riflettere il reale cambiamento nell’industria dell’intrattenimento e ad ispirarlo.

Conosceva la saga prima di ottenere la parte?
Kit Young: Ad essere onesto no, ma prima del provino mi sono informato e poi mi sono messo subito in pari con quello che è un vero e proprio fenomeno culturale internazionale. Ho letto cinque libri in due settimane, mai divorato dei romanzi così velocemente in tutta la mia vita.

Tenebre e ossa
Tenebre e ossa
DAVID APPLEBY/NETFLIX

LA PAROLA AI PROTAGONISTI

Alina è il cuore e il centro della storia, ma sono spesso le sue relazioni a definirla, non crede?
Jessie Mei Li: Tutti abbiamo una persona speciale a cui ci lega un rapporto intimo. Mal e Alina sono l’uno per l’altro “casa” e “famiglia”.

La parte più complicata delle riprese?
Ben Barnes: Sicuramente il green screen, perché è la parte meno autentica. Ma io non faccio testo: sono così fan dei libri che se fosse dipeso da me avrei messo in scena ogni singolo dialogo di ogni capitolo, me ne sono letteralmente innamorato quindi mi è davvero piaciuto ogni istante trascorso sul set per portare la saga in vita.

Già si parla di stagione due, cosa ne pensa?
Archie Renaux: Mi piacerebbe che nelle nuove puntate ci fosse uno spazio sempre maggiore per raccontare il rapporto tra i personaggi ed esplorare più a fondo questo mondo. Ci sono ancora tantissimi posti da conoscere che i libri hanno creato quindi non vedo l’ora…