Riaperture, la delusione dei sindaci delle località balneari: il coprifuoco d’estate e le altre restrizioni allontanano i turisti

Da Garavaglia il G20s elenca i problemi della ripartenza Fanotto (Lignano) rappresentava anche il collega di Grado

LIGNANO. «È una follia. Siamo delusi da queste nuove regole: ci auguriamo che cambino perché, altrimenti, le conseguenze per il turismo e, di conseguenza, per la tenuta sociale del Paese sarebbero devastanti. È necessaria una revisione totale delle ultime disposizione governative per l’apertura della stagione estiva».

È così che il sindaco di Lignano Sabbiadoro, Luca Fanotto, sintetizza il grido d’allarme che i sindaci delle principali città balneari italiane, riuniti nel G20s, hanno lanciato al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Una delegazione di primi cittadini, Fanotto compreso, infatti, è stata accolta ieri a Roma.

«L’ipotesi di un coprifuoco d’estate, il mantenimento del sistema a fasce colorate delle regioni e gli spostamenti all’interno dei confini nazionali con il “green pass”, oltre alle ulteriori numerose limitazioni sull’attività dei pubblici esercizi, come la possibilità per i ristoratori di servire la cena all’interno del locale solo dal primo giugno e con chiusura alle 18, significa, di fatto, non poter lavorare – spiega Fanotto, che a Roma ci è andato, anche in rappresentanza di Grado, assieme ai colleghi Roberta Nesto (Cavallino-Treporti), Giancarlo Farnetani (Castiglione della Pescaia) e Giuseppe Nobiletti (Vieste) –. Nella sostanza, il ministro Garavaglia ha condiviso il nostro punto di vista (sul decreto-riaperture la Lega si è infatti astenuta, ndr): speriamo ci sia margine di cambiamento. Auspichiamo – continua Fanotto – che le regole per l’avvio della stagione siano le stesse dello scorso anno, visto che ormai sono entrate nel bagaglio culturale e aziendale di tutti: nel caso contrario, invece, i turisti opteranno per destinazioni diverse».

Già a Pasqua, infatti, quanti hanno scelto di viaggiare hanno preferito contesti che consentissero di vivere una sorta di normalità.

I sindaci delle località marittime, inoltre, reclamano una parola definitiva sulla questione delle concessioni balneari: «Sebbene differenziati, in tutta Italia abbiamo grossi problemi legati alle concessioni demaniali che non permettono agli operatori turistici di lavorare con serenità», afferma Fanotto.

I sindaci hanno infatti chiesto che il Governo definisca la posizione del Paese rispetto alle censure mosse dalla Commissione europea in merito alla legge sulle proroghe al 2033. Non solo: le città balneari rimarcano anche la necessità che il loro status venga definitivamente riconosciuto anche a livello legislativo.

Secondo il G20s, infatti, serve una normativa di settore per le località “a fisarmonica” che, nonostante contino pochi residenti, in estate accolgono milioni di persone. Le conseguenze, infatti, si ripercuotono sui Comuni e su una serie di servizi e attività, quali l’esigua quantità di forze dell’ordine e il prelievo Imu sproporzionato.

«L’ottenimento dello status di “città balneare” è uno dei punti su cui da tempo ci battiamo – ha precisato Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele al Tagliamento e coordinatore del G20 spiagge –. Quello con Garavaglia è stato un incontro significativo per portare all’attenzione le tematiche per le quali come G20s da tempo stiamo lavorando».

Il litorale comincia a essere allestito ma chi ne usufruirà ancora non si sa. «Queste regole – riassume il primo cittadino di Lignano – non vanno assolutamente bene e devono essere quanto prima cambiate, perché tale quadro non permette alle imprese del settore di lavorare e, soprattutto, non offre un messaggio chiaro a chi vuole prenotare la propria vacanza. L’economia che viene generata dalle aziende balneari contribuisce, infatti, a garantire centinaia di migliaia di posti di lavoro, che non si possono né banalizzare né trascurare – specifica –. Tali aziende rappresentano una fetta importante del Pil che con queste regole verrebbe meno».