“La bambina pagana”: esce il graphic thriller firmato da Ilaria Tuti
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Tratto da un suo racconto breve, è ambientato a Venzone. Appare la mummia di una bimba: l’ispettore Mei indaga
È stato il racconto della “rivelazione”. Non tanto perché le valse il premio Gran giallo Città di Cattolica nel 2014, quanto piuttosto per essere quello che ha determinato il suo destino di scrittrice. Quello che le ha fatto inequivocabilmente capire che la sua passione per thriller e noir poteva aspirare al rango di professione. “La bambina pagana” della gemonese Ilaria Tuti – all’attivo quattro romanzi pubblicati per Longanesi – è adesso diventato un fumetto, edito da Round Robin nella collana Tempesta (18 euro) e da giovedì 22 aprile in libreria e online. I disegni, in bianco e nero, sono di Ivano Granato.
La storia svela un giallo che chiede soluzione: qualcuno ha lasciato il corpo di una bambina sul sagrato del duomo. È rannicchiato, in posizione fetale, ma la morte non è recente. I resti, ben conservati, sono infatti mummificati. Il mistero è infittito dalla presenza di alcuni non ti scordar di me freschi, intrecciati a formare una corona sul capo della bambina. La trama si sgarbuglia al procedere della lettura scavando nell’animo umano e legandosi all’ambiente circostante. Ancora una volta il Friuli, Venzone nello specifico. C’è un ispettore, Thomas Mei (Teresa Battaglia arriverà qualche anno dopo), che metterà insieme i pezzi del puzzle e cercherà di dare un senso al ritrovamento della piccola mummia. «La bimba – anticipa l’autrice – era scomparsa e riappare dopo 60 anni. La chiamavano “pagana” perché viveva con la madre, una ragazza madre che tingeva i tessuti, in un boschetto fuori dal paese. Entrambe erano guardate con sospetto».
“La bambina pagana” rappresenta il punto di partenza per la regina del thriller italiano. «È uno dei primi racconti in cui mi cimentavo in questo genere – ricorda Tuti – e con quel testo, una trentina di pagine, nel giugno 2014 avevo partecipato al concorso letterario Gran giallo Città di Cattolica e l’ho vinto». Nel dicembre successivo il racconto breve è stato inserito in calce a un romanzo della collana Gallo Mondadori dando il “la” alla carriera di Ilaria: «Un incoraggiamento importantissimo – dice –, che mi ha indicato di essere sulla buona strada».
L’idea di trasformare il racconto in fumetto è venuta, un anno fa, al giornalista e scrittore Mirko Zilahy, curatore della collana Tempesta, la prima dedicata interamente al graphic thriller, della casa editrice indipendente Round Robin. «Un’esperienza – sottolinea l’autrice – che ha unito due mie passioni: quella per la scrittura e quella per la pittura. Ivano Granato è riuscito a rappresentare perfettamente personaggi e atmosfere. La storia – conclude – è piena di mistero e di compassione. Anche qui indago tematiche a me care, come la terra, l’infanzia e la maternità tradite».