«Appalto pilotato per la gestione caldaie»: condannati l'ex direttore generale di Asm e due imprenditori
Pavia: quattro anni a Tedesi, assolto il dirigente Rainò. Risarcimento di 50mila euro al Comune, 75mila all’azienda di via Donegani
PAVIA. Tre condanne e un’assoluzione. Si è chiuso con questo verdetto, giovedì mattina in tribunale, il processo sulla gara d’appalto da 18 milioni di euro, gestita da Asm tra il 2014 e il 2015, per l’installazione delle caldaie negli edifici pubblici - scuole e impianti sportivi, soprattutto - del Comune di Pavia. Gara, secondo l’accusa, che sarebbe stata condizionata perché eseguita senza ricorrere a un appalto pubblico e favorendo una società privata.
Le condanne
Per le accuse di peculato e turbativa d’asta il collegio dei giudici presieduto da Daniela Garlaschelli ha condannato a 4 anni l’ex direttore generale di Asm Claudio Tedesi, 61 anni, residente a Binasco, all’epoca dei fatti direttore generale di Asm Pavia, mentre ha assolto Marcello Rainò, 62 anni, di Pavia, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio legale di Asm. Condanne per gli imprenditori che avrebbero avuto un ruolo nella vicenda: 5 anni di reclusione per Bruno Silvestrini, 78 anni, imprenditore di Pavia, amministratore delegato della società E.T.I, a cui era stato affidato l’incarico di sostituzione degli impianti di riscaldamento, mentre per Gabriele Felappi, imprenditore di 50 anni, residente a Piancamuno in provincia di Brescia, e amministratore delegato della società Antas Srl, è scattata la condanna a due anni e sei mesi.
I risarcimenti
Gli imputati sono stati invece tutti assolti dall’accusa di truffa in relazione al presunto utilizzo fraudolento di risorse di Asm con falsi contratti di servizio. Per questo processo il pubblico ministero Paolo Mazza aveva chiesto, nella sua lunga requisitoria, condanne complessive per 22 anni di carcere.
Un capitolo a parte della sentenza riguarda i risarcimenti: i giudici hanno condannato Silvestrini a pagare i danni ad Asm Pavia, parte civile con l’avvocato Ermenegildo Costabile, assegnando subito una provvisionale di 75mila euro, mentre per Felappi, pure condannato al risarcimento, il danno dovrà essere precisato in sede civile. Decisi poi i risarcimenti anche per il Comune di Pavia (parte civile con l’avvocato Gianluigi Tizzoni): Tedesi, Silvestrini e Felappi dovranno pagare i danni con un “anticipo” di 50mila euro. Condannati tutti anche a sostenere le spese del processo. A Fellappi è stata concessa la sospensione della pena ma vincolata al pagamento della provvisionale.
L’intreccio con il “buco” in Asm
L’inchiesta aveva portato a settembre del 2017 agli arresti degli imputati (Rainò, che in questo processo era difeso dagli avvocati Alessandra Stefano e Carlo Baccaredda Boy, era stato anche licenziato per questa vicenda). Il filone di indagine, relativo a fatti avvenuti tra il 2014 e il 2015, tra cui un affidamento per la revisione delle caldaie e la gara per la «gestione calore» (un affare da 18 milioni di euro), fu avviato dopo la scoperta del “buco” nel bilancio della municipalizzata di 1,8 milioni di euro.
L’accusa
Gli imputati, con ruoli diversi, dovevano rispondere di avere turbato la gara da 18 milioni di euro, gestita da Asm, per l’installazione delle caldaie negli edifici pubblici del Comune di Pavia (da qui l’accusa di turbativa d’asta). In relazione a questa gara avevano, secondo l’accusa, distratto 250mila euro dalle casse di Asm (da qui l’accusa di peculato), affidando sistematicamente alla società E.T.I di Silvestrini l’incarico di sostituire impianti di riscaldamento che, invece, sarebbero stati riparabili con una spesa molto più contenuta (il Comune di Pavia ha chiesto per questo anche il danno patrimoniale).
Sempre in base a quanto ricostruito dal processo, gli imputati avrebbero avallato l’affidamento di lavori ordinari e straordinari, di appalti della gestione calore sempre del Comune di Pavia, alla E.T.I senza ricorrere a procedure di appalto pubblico. Inoltre, insieme a Gabriele Felappi avrebbero procurato alle società A2e Servizi Srl e Antas Srl pagamenti per prestazioni in realtà eseguite con personale e mezzi di Asm Pavia. In pratica Asm avrebbe pagato lavori eseguiti con proprio personale. L’accusa per cui sono stati tutti assolti, invece, riguardava l’ipotesi di utilizzo fraudolento di risorse e di sistemi informatici di Asm con falsi contratti di servizio. Per questa contestazione però gli imputati sono stati tutti assolti. —