Genocidio armeno, l'ambasciatore turco bacchetta l'iniziativa al Comunale. Il sindaco di Ferrara: "ingerenza inaccettabile"
FERRARA. Botta e risposta tra l'ambasciatore della Turchia Murat Salim Esenli e il sindaco di Ferrara Alan Fabbri. A innescare la querelle internazionale, una lettera inviata dall'ambasciatore al primo cittadino che criticava la messa in onda, il 24 aprile sul canale Youtube dell'amministrazione, di “Metz Yeghern. Il genocidio degli armeni tra memoria, negazioni e silenzi” che commemorava la tragedia del popolo armeno avvenuta nel 1915. "Un'ingerenza inaccettabile", è stata la ferma risposta di Fabbri, così come sono inaccettabili, ha aggiunto, le argomentazioni dell'ambasciatore turco che tentano di ricondurre il massacro a una 'questione di controversia storica tra turchi e armeni', e negano che si sia trattato di un genocidio dato che, a differenza di quanto avvenuto per la Shoah, Srebrenica e il Ruanda, "non c'è verdetto emesso da un tribunale competente o altro che etichetti come genocidio gli eventi del 1915". Da qui la richiesta, che era stata rivolta a pochi giorni dalla trasmissione dell'iniziativa, di provvedere alla "correzione di un errore di programmazione dell'evento organizzato al teatro Comunale di Ferrara".
La lettera, giunta in queste ore a Palazzo Municipale, ha suscitato lo sdegno di Fabbri: "Giudico quanto scritto in questa lettera assolutamente inaccettabile e rispondo alle parole dell'ambasciatore turco con i fatti: intendo promuovere il percorso che vuole portare al riconoscimento della cittadinanza onoraria ad Antonia Arslan (la scrittrice era presente all'evento insieme a Moni Ovadia, ndr) e a Taner Akçam, lo storico turco, esule, che ha dimostrato il genocidio armeno con prove raccolte nel suo libro da poco tradotto in italiano. A entrambi va la mia stima e la mia ammirazione. Invito inoltre il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a prendere posizione, contro ogni spinta negazionista dobbiamo essere uniti e granitici".
Poi un attacco ai tentativi di revisionismo storico dell'ambasciatore: "Non possiamo permettere che la memoria venga offesa, né che iniziative democratiche, pacifiche, culturali organizzate in un luogo come il teatro, che è il tempio della libertà, subiscano tentativi di offuscamento da parte della 'diplomazia' di un Paese terzo, che certo non fa della democrazia il suo marchio distintivo. Giudico le parole dell'ambasciatore Salim Esenli come un intollerabile tentativo di ingerenza nei confronti della libera, plurale e democratica programmazione culturale della nostra città e, quindi, come un'offesa ai valori che animano Ferrara, che ha combattuto per la libertà e per la democrazia".
Un richiamo, infine, al ruolo dell'Europa come argine ai rischi di derive antidemocratiche: "Alla intollerabile presa di posizione dell'ambasciatore rispondo quindi rinnovando la mia stima e vicinanza ad Antonia Arslan e al popolo armeno - conclude Fabbri - Bene ha fatto il premier Mario Draghi a definire 'dittatore' il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: i toni assunti e le incursioni dei suoi diplomatici nella vita democratica della nostra grande Ferrara non possono essere accettati. Quanto è accaduto - e la missiva che mi è giunta dall'Ambasciata ne è un ulteriore elemento - mi auguro sia anche di monito a un'Europa che si è dimostrata troppo malleabile nei confronti del regime turco. Siamo e saremo sempre contro ogni regime e contro ogni negazionismo".