Il generale Figliuolo in Friuli: «Da vaccini lo slancio a ripartire come 45 anni fa». Poi detta l’agenda: dosi per tutti verso fine maggio, senza limite d’età
«Coperto l’82% degli over 80, apprezzo l’attenzione per i più vulnerabili». Lui, alpino in terra di alpini, andrà anche alla caserma Goi-Pantanali a ricordare le vittime del terremoto del ’76, ma nella città simbolo della ricostruzione la visita è centrata soprattutto sull’inaugurazione di un nuovo hub vaccinale in grado di garantire oltre mille inoculazioni al giorno
GEMONA. Promossa. La Regione porta a casa il plauso e i complimenti di Francesco Paolo Figliuolo, il commissario all’emergenza Covid che si sta occupando della campagna vaccinale su scala nazionale e che ha fatto tappa in Friuli Venezia Giulia assieme al capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio.
I due arrivano in mattinata all’aeroporto di Ronchi dei Legionari e vengono “trasportati” nella sede centrale della Protezione civile regionale, a Palmanova dove Massimiliano Fedriga e Riccardo Riccardi presentano non soltanto lo stato dell’arte della pandemia e della campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia – che peraltro Figliuolo e Curcio conoscono benissimo –, ma chiedono, e ottengono, rassicurazioni sui flussi delle dosi. Figliuolo prende appunti, risponde alle domande della giunta e poi, nel pomeriggio, “sale” a Gemona.
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Lui, alpino in terra di alpini, andrà anche alla caserma Goi-Pantanali a ricordare le vittime del terremoto del ’76, ma nella città simbolo della ricostruzione la visita è centrata soprattutto sull’inaugurazione di un nuovo hub vaccinale in grado di garantire oltre mille inoculazioni al giorno.
E proprio qui, a Gemona, il generale ha ricordato il sisma del ‘76.«Come 45 anni fa» dopo il terremoto che devastò il Friuli, «questa campagna vaccinale deve dare lo slancio per ripartire, per un futuro dell'Italia che sia migliore: di rinascita sociale, morale ed economica».
Gemona come terra di alpini ma anche Protezione civile. Figliuolo ha ringraziato per la presenza i compagni d'armi dell'associazione nazionale Alpini e di tutte le associazioni e ha ricordato il «gravissimo terremoto del 6 maggio 1976. Quel giorno hanno perso la vita 989 persone a seguito. 11 persone hanno perso la vita nel cotonificio, che era qui. Gemona è stata l'area che forse ha più pagato per quegli eventi: 370 morti, migliaia di feriti, 4000 sfollati. Però - ha concluso - voglio ricordare la motivazione alla medaglia d'oro al merito civile, quando si fa riferimento alla grande dignità, lo spirito di sacrificio, l'impegno civile per ricostruire il tessuto abitativo e per la rinascita del futuro sociale, morale ed economico».
La visita all’hub
Accolto da una mezza dozzina di sindaci del territorio – compreso il padrone di casa Roberto Revelant –, Figliuolo stringe (virtualmente) mani, incoraggia medici e infermieri, dispensa buon umore, pur sempre coperto dalla mascherina, e, alla fine, traccia una linea di demarcazione tra quello che è stato e quello che sarà apprezzando quanto realizzato dalla Regione e rivendicato pochi minuti prima da Fedriga nel suo intervento.
«Bisogna dare atto – ha detto il commissario – del lavoro svolto da questa Regione che ha raggiunto tutti i target di vaccinazione posti in questi giorni e che, adesso, deve essere messa in condizione, garantendo le forniture, di tagliare anche i prossimi traguardi. In Friuli Venezia Giulia è stata coperta, con almeno una dose, una platea di oltre l’82% degli over 80 che pesa ancora di più rispetto ad altre regioni perché come sappiamo, purtroppo, qui scontiamo una fascia di popolazione maggiore restia a vaccinarsi.
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Buona, poi, anche la percentuale di immunizzazione dei 70enni e mi fa particolarmente piacere l’attenzione rivolta in questa regione ai fragili. Sono convinto che un uomo non possa considerarsi tale se non è attento a chi è stato meno fortunato di lui, a quelle persone che spesso si autodefiniscono come invisibili e che noi, invece, abbiamo il dovere di rendere visibili alla vaccinazione. Fedriga e Riccardi, inoltre, ci hanno presentato un piano vaccinale davvero degno di questo nome, con dati scientifici e statistici. Ottima, poi, è l’attività di tracciamento e di sorveglianza che viene effettuata e che pone il Friuli Venezia Giulia al primo posto come Regione e seconda soltanto alla Provincia di Bolzano».
Il tema centrale, però, sono stati i vaccini e in particolare quelli di AstraZeneca. «Ho rassicurato il vicepresidente – ha continuato Figliuolo – sul fatto che avrà le dosi sufficienti a effettuare i richiami previsti e a procedere verso ulteriori immunizzazioni senza alcuna necessità di tenere quote di riserva. Giovedì arriveranno 2 milioni di vaccini che saranno fruibili, pertanto, tra venerdì e sabato, mentre il presidente di AstraZeneca mi ha promesso per maggio, senza una data precisa anche se penso che arriveranno successivamente all’8, un’ulteriore consegna compresa tra 2 milioni 500 mila e 2 milioni 700 mila dosi. A maggio, inoltre, avremo tra i 15 e i 17 milioni vaccini di cui gran parte Pfizer e complessivamente, nel trimestre aprile-giugno, raggiungeremo la quota di 62 milioni che si aggiungeranno a quelli del prossimo trimestre pari a 94 milioni. E assicuro che utilizzeremo tutto quello che abbiamo per vaccinare le persone».
Un modo, questo, per spiegare come oggi non abbia «alcun senso premere per il via libera a Sputnik» e, soprattutto, per guardare con serenità al futuro. «Una volta messa in sicurezza una buona fetta di 65enni – è stata la chiosa – potremo pensare di aprire le vaccinazioni a tutti, senza distinzione d’età, allargandoci anche al mondo produttivo e delle imprese. Quando? Sto facendo i calcoli. Mi auguro per fine maggio, anche se ci sono una dozzina di Regioni nel treno di testa e altre, invece, che hanno qualche difficoltà in più».