Radiologia, mancano medici. L’Ulss di Belluno esternalizza il servizio
BELLUNO. Mancano radiologi, l’Ulss 1 Dolomiti costretta a esternalizzare il servizio. La carenza di personale medico nell’azienda sanitaria di Belluno diventa sempre più una emergenza, per la quale si fatica a trovare una soluzione duratura. Dopo pediatri, ginecologi, anestesisti rianimatori, ora tocca ai radiologi.
I numeri dell’emergenza
A segnalare la situazione critica è lo stesso direttore dell’unità operativa complessa di Radiologia dell’ospedale San Martino, Paolo D’Andrea, che ha indicato all’Ulss la necessità di provvedere alla esternalizzazione del servizio di emergenza-urgenza radiologica. «Nel corso del 2021», dice il primario nella sua relazione, «la dotazione organica del reparto di Radiologia di Belluno ha subito la riduzione di quattro ulteriori medici per diversi motivi, quali il trasferimento ad altra sede per concorsi, una maternità e una malattia, andando ad aggravare la già compromessa carenza di personale». Così stando le cose, la dotazione originaria di 21 medici, distribuiti nelle tre sedi, si è ridotta a sole 12 unità: dieci a Belluno, due a Pieve (di cui una part time) e una ad Agordo.
«La dotazione organica non consente di mantenere gli standard di riferimento regionale per la gestione delle liste di attesa», sottolinea D’Andrea, che aggiunge: «L’unità operativa deve garantire anche la copertura delle attività per l’urgenza del Pronto soccorso delle tre sedi ospedaliere del distretto di Belluno, oltre che le urgenze intraospedaliere. Le ultime defezioni di personale, da gennaio 2021, hanno messo in crisi il modello organizzativo del reparto tanto che abbiamo dovuto ridurre le attività ambulatoriali». Ma anche questo non è bastato. «La dotazione organica non consente di garantire una corretta turnazione delle attività di guardia, né di mantenere gli standard di riferimento regionali per la gestione delle liste di attesa», prosegue D’Andrea, che sottolinea come tutti gli sforzi messi in atto per reperire personale come concorsi, avvisi pubblici e altro non hanno portato ad alcun risultato.
E come se non bastasse ora si aggiunge il periodo estivo con le ferie.«Tutto questo», precisa il primario, «ha fatto emergere difficoltà per la copertura dei turni di guardia notturna. E in questo modo non si possono garantire le urgenze perché non si possono garantire le turnazioni del personale medico».
Arrivano medici romani
Il direttore dell’unità operativa di Radiologia ha così chiesto di avviare una procedura di gara per affidare il servizio di emergenza-urgenza radiologica per almeno sei mesi, da luglio a dicembre. Questo significa garantire 152 turni notturni, compresi i festivi, con 20-30 turni al mese. Ogni servizio è di 12 ore. La gara, avviata a maggio, è stata aggiudicata alla Medical line consulting di Roma, che dal 2019 è già operativa nell’Ulss 1 Dolomiti per l’esecuzione di prestazioni ecografiche. Il tutto per un costo di quasi 210 mila euro. «Purtroppo da diverso tempo avevo lanciato l’allarme sulla situazione della Radiologia, ma sono rimasto inascoltato», dice Luca Barutta dell’Anaao, sindacato dei medici ospedalieri. «La situazione per questo reparto è drammatica, assistiamo a una fuga di colleghi da questo territorio per andare in altre aziende sanitarie fuori regione o in strutture private dove turni e stipendi sono migliori e. Purtroppo», rileva Barutta, «qui non si tratta di carenza di determinate figure professionali, visto che se si va nel privato si trovano. Il problema è il sistema organizzativo messo in atto qui, è per questo che invito l’Ulss 1 Dolomiti a iniziare una riflessione sulla situazione del personale per evitare di dover sempre muoversi nell’emergenza per tamponare i buchi. Serve una strategia per garantire i servizi al cittadini, non dimenticando che il personale va gratificato».