Ddl Zan, il deputato Pd: “Andiamo in aula e incrociamo le dita. Ho i brividi se penso a un accordo Renzi-Salvini”
Lo scontro sulla legge per il contrasto all'omofobia si fa ancora più duro e la via della mediazione sempre più ripida. «Voglio escludere che nelle parole di Renzi si celi un accordo con Salvini. Ho i brividi all'idea che ci sia». A dirlo è Alessandro Zan, dai microfoni di The Breakfast Club su Radio Capital. «Una legge che tutela dai crimini d'odio - rimarca il deputato Pd - non si puo' barattare con un accordo di potere. Renzi vuole essere protagonista di una mediazione, ma rischia di far saltare la legge. La destra invece vuole solo decapitarla».
«Paura che la legge non venga approvata? Intanto andiamo in Aula, dalla commissione Giustizia, e incrociamo le dita. Poi leggiamo gli emendamenti dei partiti. Nel Pd ci sono dubbi e perplessità su alcuni punti, ma - sottolinea - siamo compatti. Se Italia Viva vota compatta, in Senato ci sono i numeri».
Oggi, infatti, in Senato la vecchia maggioranza giallorossa voterà unita la calendarizzione in Aula del ddl Zan per la prossima settimana. Pd e M5S respingono l'offensiva della Lega, che trova in Italia viva la sponda per cercare un compromesso.
Quello di oggi sarà un anticipo di votazione, con la seduta convocata per le ore 16 sul calendario d'aula. Il voto nell'emiciclo di Palazzo Madama dovrebbe essere invece dal 13 luglio, e resta da vedere quale schieramento si creerà sugli emendamenti di Italia viva, che potrebbero passare in tutto o in parte con il voto del centrodestra e con la compartecipazione di franchi tiratori ex giallorossi. Il partito di Renzi non voterà infatti con la Lega altre proposte di modifica, ma certamente voterà i suoi stessi emendamenti. Ed è probabile che su quelli che convergerà il centrodestra.
«Io sono un sostenitore convinto del Ddl Zan, come sono convinto che sia indispensabile che sia approvata una legge contro l'omotransfobia, per mettere ragazzi e ancora un sostenitore i tantissimi che hanno sofferto atti di discriminazione e violenza». Così il sottosegretario all'Interno Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, intervenendo ai microfoni di Radio 24. «Il punto è che andremo in un'aula dove i numeri sono molto risicati, dove ci saranno milioni di emendamenti presentati da Calderoli, dove Allora mi chiedo - prosegue - se abbia senso andare incontro alla bella morte per una causa giusta con un bel testo di legge come quello Zane perché eroicamente abbiamo offerto il voto al fuoco nemico, oppure approvare perdere una vita che non cambi la sostanza della legge preservando ostruzionismo e titoli e portarla a casa».
Il leader della Lega Matteo Salvini, a Radio Anch'io su Rai Radio1, sull’ipotesi che il ddl Zan arrivi in aula senza una mediazione tra i partiti, ha affermato: «Si prendano loro, Pd e Cinque Stelle, la responsabilità di affossare il tema. Noi abbiamo accolto l'appello del Santo Padre e spero che lo facciano con responsabilità anche Pd e M5S ad approvare subito una legge che punisce severamente le discriminazioni, togliendo i 2/3 articoli che sono critici».
Dal Pd arriva un appello al partito di Renzi. «Non capisco la posizione di Iv - ha detto ieri il segretario Enrico Letta a In Onda su La 7 - che ha fatto un lavoro di merito importante alla Camera, e insieme a Pd, Leu e M5s ha votato la legge alla Camera e improvvisamente ha cambiato idea». «Questo testo - ha osservato - passa esclusivamente con i voti di quelli che l'hanno approvato alla Camera, Lega e Fdi non la vogliono. Quella maggioranza si deve far carico della legge. Renzi si fa scudo dietro al voto segreto, noi non lo chiederemo». «Tutti quelli che l'hanno votata alla Camera, quelli stessi la votino in Senato, che problema c'è?».
«Mi aspettavo un'alzata di scudi dalla Lega e non dal Pd - ha detto questa mattina a Omnibus il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone - sulla nostra proposta di mediazione che è quella di tornare al testo Scalfarotto: tra Zan e Pillon esiste una terra di mezzo e noi abbiamo lavorato su quello. Letta prova a gettare fumo negli occhi ma non ci riesce: è una non notizia che non ci sia la richiesta di voto segreto dal Pd ma il segretario dem sa benissimo che bastano 20 senatori. Noi voteremo la calendarizzazione in aula del ddl come sempre abbiamo detto e non faremo mancare mai il nostro voto favorevole alla legge contro le discriminazioni omotransfobiche: se oggi però ci fosse l'intesa ci potrebbe essere un accordo politico per blindare il testo alla Camera. È chiaro che né IV né il Pd chiederanno il voto segreto ma qualcuno lo farà ed allora se il provvedimento sarà affossato in aula, avremo tutti fallito perché avremo lasciato senza tutele tante persone».