Il Galateo contemporaneo in tavola: meno regole, più smart
Su una tavola imbandita, ogni oggetto ha la sua precisa collocazione. Le posate, per esempio: coltello e cucchiaio vanno a destra del piatto, tovagliolo e forchetta a sinistra. Ma perché? Molte di queste regole, che oggi potremmo trovare astruse, derivano da un trattato del 1550: il Galateo, ovvero l’insieme delle norme di buona educazione che regolano i rapporti fra le persone. Lo scrisse l’ecclesiastico e letterato di origine fiorentina Giovanni Della Casa, e lo intitolò così perché volle dedicarlo al suo amico Galeazzo (in latino Galatheus) Florimonte, vescovo di Sessa Aurunca in Campania, che gli aveva consigliato di pubblicarlo.
Per questo motivo, le norme di “buona creanza” si chiamano Galateo solo in Italia: all’estero si usa il corrispettivo “etichetta”, ma per farsi comprendere ovunque il termine corretto è il francese bon ton.
Dopo cinque secoli, per fortuna, molte indicazioni sono state riscritte e adattate ai costumi del tempo. Oggi il bon ton ha regole meno rigide e più smart, ma anche queste devono mantenere l’obiettivo e lo spirito originale del Galateo: far sentire gli ospiti a casa propria e farsi apprezzare per il buon gusto. Per questo motivo Sambonet, brand di riferimento per le posate e la tavola contemporanea, ne ha attualizzato alcuni passaggi, presentando i suoi #BonTonTips, 10 consigli per stare in tavola oggi e domani, avvicinandoci a uno stile meno impostato, più vivace e coerente con un modo di vivere contemporaneo.
Il cibo consegnato a domicilio, per esempio, va impiattato oppure consumato nel vassoio di cartone? Posso usare lo smartphone a tavola? La musica di sottofondo durante la cena è una buona idea? E che musica dovrei scegliere? Quali sono le nuove buone maniere, necessarie per renderci a nostro agio in tavola secondo internet, la suocera, la nipote che ti instagramma… e il mondo intero?
Il delivery, per cominciare: va impiattato? Sì, sempre. La regola del 2021 vieta di lasciare il cibo nella scatola, qualsiasi piatto vuole una dignità, perfino le nuvole di drago. Questo tip vale anche per pizza e hamburger, nel cartone cambiano sapore e diventano subito freddi. Impiattare, tra l’altro, rende attivi: anche chi non ha cucinato partecipa all’evento e all’esperienza conviviale, scegliendo come posizionare le pietanze e quali posate abbinare.
Lo smartphone a tavola è un altro argomento «caldo»: se in passato sfoggiarlo sulla tovaglia era sinonimo di cattivo gusto, oggi la sensibilità è cambiata, perché abbiamo integrato le connessioni in ogni aspetto della nostra giornata e chiuderlo in un cassetto durante la cena sembrerebbe un’imposizione démodé. Ma anche lui ha le sue nuove regole: è accettabile a schermo in giù e senza vibrazione, ma solo se lo spazio sul tavolo lo consente. E se si vuole scattare una foto? Si può, anzi si deve, ma solo se il piatto lo merita. Dopo è bene riporlo, non è cortese stare con il telefono in mano tutto il tempo.
L’atmosfera, infine: musica o tv mentre si mangia? La tv non è il diavolo, se si è da soli, soprattutto, perché non farsi compagnia? (e vanno bene anche smartphone, tablet e pc, senza formalizzarsi). Quando si ricevono ospiti, invece, meglio optare per una musica di sottofondo, ma a volume molto basso, quasi da dimenticarsene l’esistenza. Inoltre, è consigliato scegliere musica strumentale: meglio la lounge che un sommesso karaoke.
Dunque accomodatevi, ognuno al suo posto – o anche no, perché il posto si sceglie – per rendere unica l’esperienza di una serata davanti a una tavola imbandita, al di là del cibo. Scegli il tuo stile, invita gli amici giusti e ricordati dei #BonTonTips!