Modena. Rapina e tentata estorsione: 4 anni e 8 mesi

MODENA Sapeva dove abitava perché in quell’appartamento ci era già andato come cliente saltuario; ma sapeva anche che lei poteva avere un po’ di disponibilità economica. E così si è presentato alla sua porta brandendo un bastone, minacciandola, pretendendo soldi sia in quell’occasione sia per l’immediato futuro. «Voleva una tangente per permetterle di continuare a lavorare», ha detto un’amica durante l’ultima udienza.

E così Vincenzo Gargiulo, 44 anni, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi per rapina e tentata estorsione con il collegio giudicante – presieduto dal dottor Roberto Mazza con Gilda Del Borrello e Chiara Mutti – andato ben oltre la richiesta di 3 anni e 6 mesi avanzata dal pubblico ministero Maria Angela Sighicelli.

Secondo quanto emerso in tribunale Gargiulo aveva preso di mira quella prostituta di origine colombiane. Lei accoglieva i clienti in un appartamento di Modena, preso in affitto da un modenese che “sapeva a chi lo affittava e per quali motivi”, ha replicato la difesa, prospettando la ridotta credibilità dei testimoni dell’accusa.

Il 44enne di origini campane si presentò nell’abitazione della ragazza con in mano un bastone e la minacciò: «Dammi 190 euro oppure non ti farò mai più lavorare a Modena. Voglio la stessa cifra ogni settimana», le intimò sostanzialmente. Non c’era alcuna intenzione di diventare una sorta di protettore, più probabile che l’uomo avesse bisogno di soldi per sistemare alcune questioni economiche. Ma la ragazza colombiana chiama un’amica e le racconta tutto: le fornisce anche il numero di cellulare di Gargiulo e tramite un contatto in un negozio di telefonia a Modena riescono – in modo comunque piuttosto anomalo – a risalire all’identità del campano. Appresa quell’informazione la giovane prostituta si presenta dai carabinieri e lo denuncia, dando anche tutti gli estremi del rapinatore. Parte una rapida indagine, coordinata dalla dottoressa Sighicelli, con la vittima che riconosce Gargiulo fotograficamente.

Ieri è arrivato l’ultimo atto con la condanna del napoletano. E a nulla è servito il tentativo della difesa di prospettare un’altra verità: Gargiulo, che risulta senza alcun precedente penale, aveva sì problemi di soldi e magari non aveva saldato una prestazione sessuale; il modo per fargliela pagare è stata la denuncia, inventando la rapina e la tentata estorsione, anche grazie alla regia dell’amica colombiana. La chiamava «mamy», ha riferito l’avvocato in sede di discussione, associando quell’appellativo ad un linguaggio tipico della prostituzione dove mamy è tendenzialmente la donna che organizza e protegge le altre ragazze. La verità alternativa non ha però fatto breccia e a fronte della richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto è invece arrivata la pesante condanna. —

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