Fi-Pi-Li: l'asfalto ha esaurito i suoi 15 anni di vita, servono 200 milioni
Servirebbero 200 milioni di euro per rimettere in sesto la Fi-Pi-Li. Non per rifarla del tutto, sia chiaro. Ma "solo" per metterla in sicurezza. Per intervenire su quelli che sono i suoi punti più deboli e, dunque, critici: la banchina laterale troppo stretta (o in alcuni punti inesistente), gli svincoli (30 su tutto il tratto) pericolosi e l’asfalto usurato. Era stato rinnovato, un tempo. Ma, ormai, si parla di una quindicina di anni fa. E così, ora, cominciano a comparire crepe, buche e voragini, mentre non si fermano, purtroppo, gli incidenti su quella strada che è diventata l’incubo di decine di migliaia di automobilisti. In un’odissea senza fine.L’ingegnere Massimo Losa, professore del dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’università di Pisa, con i suoi studenti ha condotto diversi studi sulla superstrada - lunga poco meno di cento chilometri - che collega il capoluogo della Toscana alla costa.
E di una cosa è certo: bisognerebbe metterci le mani. Che tradotto significa: fare investimenti. Non bastano i dieci milioni di euro destinati ogni anno all’Avr, la società a cui la Città metropolitana di Firenze, concessionaria della Fi-Pi-Li (la proprietà è invece della Regione Toscana), ha affidato la manutenzione ordinaria della superstrada. Ma il bando è in scadenza (cesserà il 30 settembre prossimo). E di quello nuovo ancora non c’è traccia. Anche se la Città metropolitana di Firenze taglia corto, dicendo che è quasi pronto e sarà pubblicato a giorni. Ma, salvo sorprese, i soldi per la manutenzione della Fi-Pi-Li sono - e resteranno - comunque pochi, mentre i disagi per gli oltre 50mila veicoli che la percorrono ogni giorno resteranno. Professor Losa, perché il manto stradale della Fi-Pi-Li è così dissestato? «La strada è stata costruita cinque decenni fa e pure in epoche diverse. E soprattutto il tratto più anziano, quello tra Montelupo ed Empoli, è poco adeguato a sopportare la grande portata del traffico attuale. Sia in termini di larghezza della piattaforma sia, più in generale, riguardo alla struttura nel suo complesso». Ci vorrebbero più investimenti? «Sì. Il traffico della superstrada è superiore a quello dell’autostrada Firenze-Mare, ma gli investimenti sono di gran lunga inferiori: 120 milioni di euro da parte di Autostrade per l’Italia a fronte dei dieci milioni di euro per la Fi-Pi-Li. C’è una bella differenza».Come fare, allora, per aumentare la sicurezza della Fi-Pi-Li?«Bisognerebbe investire: 200 milioni di euro, indicativamente».E quali interventi potrebbero essere realizzati con questi finanziamenti?«È fondamentale, anzi vitale, mettere in atto una serie di interventi di adeguamento funzionale della Fi-Pi-Li».Cosa intende?«Questi fondi servirebbero per allargare la carreggiata, correggere alcune curve pericolose, migliorare le intersezioni. Dobbiamo considerare, infatti, che la maggior parte degli incidenti avviene in prossimità degli svincoli: colpa delle corsie di immissione, che sono troppo corte.
La loro riorganizzazione sarebbe fondamentale per migliorare la circolazione stradale e, di conseguenza, la sicurezza di chi viaggia in superstrada».E poi c’è la banchina laterale... che in molti punti non c’è.«Sì, anche questo è un tema da considerare. Spesso non esiste o, là dove è presente, è troppo stretta. Per essere a norma dovrebbe avere una larghezza di 1,75 metri. Ma in Fi-Pi-Li o non c’è o è molto più stretta».Cosa fare, invece, per il manto stradale usurato?«I continui lavori di manutenzione sono palliativi e non risolvono il problema delle buche. Dal 2008 al 2013 furono fatti una serie di interventi sulla pavimentazione. La garanzia dura 15 anni e il tempo è passato».Quindi, quale sarebbe la soluzione?«Grattare la strada, portarla al livello della massicciata e stendere il nuovo asfalto. Ma ci vogliono soldi e tempo, anche».La politica parla tanto di terza corsia quando sappiamo che è un’utopia: cosa ne pensa?«Che sono molti gli interventi da fare per migliorare le condizioni della Fi-Pi-Li. Ma la terza corsia è di difficile realizzazione. Anzi, una chimera». --© RIPRODUZIONE RISERVATA