Tirrenica, il commissario non basta
Stimolati, sollecitati, provocati dalla campagna stampa, portata avanti con serietà rigore e coerenza da parte del nostro quotidiano Il Tirreno e del suo direttore Stefano Tamburini, ci permettiamo tornare sulla questione Tirrenica.
Intanto per puntualizzare una cosa personale: quando il giornale, a proposito delle promesse di Pinocchio, ricorda una mia affermazione, (certo non una promessa), ovvero che l’autostrada, e con essa il Lotto Zero, sarebbe partita entro il 2011. Devo ammettere che mi ero illuso, fidandomi di quanto registrato in sede ministeriale a seguito di estenuanti riunioni, alle quali partecipavo su invito dell’assessore regionale Conti.
Dopo quelle fiammate progettuali si è registrato il nulla e poco senso ha, dopo dieci anni, ricercare le diffuse responsabilità. Occorre invece agire, fare fronte comune, sostenuti da una stampa ora molto sensibile al tema, per risolvere uno dei nodi infrastrutturali necessari, se non prioritari, per Livorno e la Toscana.
Riconosco al deputato Andrea Romano il merito di avere interpellato in proposito il ministro Giovannini. È infatti solo grazie alla chiarezza di risposte del ministro che si è rilanciata l’azione e l’attenzione politica su questa vicenda. Non illudiamoci però che la nomina del commissario risolva la questione. Prima vanno conclusi gli accordi di compensazione patrimoniale tra Sat e Anas (è prevista una compensazione economica a Sat). Poi andrà riprogettata quasi per intero l’infrastruttura: da autostrada, con complanari e compensazioni locali, a superstrada. Poi occorre definire la stima economica dei progetti stessi ed infine trovare le coperture finanziarie. Appare utopico che, anche se queste ultime potessero essere trovate nei fondi Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’opera possa essere ultimata entro la fine del 2026. Il commissario potrà accelerare, semplificare le procedure, ma è chiaro che una serie di decisioni non potranno essere sue.
Difficile, sulla base della esperienza quotidiana, sarà il rapporto con Anas sulla cui efficienza funzionale molto ci sarebbe da dire. Ricordo solo lo stato in cui versa la Strada a grande comunicazione a Sud di Livorno, strada che ricorda quelle percorse in gioventù, con ben altro spirito, nelle repubbliche dell’allora blocco sovietico.
Per non eccedere in pessimismo, ma volendo contribuire in positivo a vedere gli ostacoli per superarli, mi fermo qui, senza abbandonare il sogno del Lotto Zero, vera opera di valorizzazione della costa in termini di transizione ecologica che determinerebbe una maggiore fruibilità della stessa per fini turistici e ambientali.
Devo però registrare, con qualche preoccupazione, le affermazioni del nostro vulcanico presidente della Regione, Eugenio Giani, che spaziano dal tunnel sotto le Apuane, arrivando al possibile dirottamento dei tir dalla Fi-Pi-Li alla autostrada, cosa poi negata. Fi-Pi-Li per la quale, a suo tempo, anche il suo predecessore Enrico Rossi aveva ipotizzato il pedaggio, e infine la creazione (sempre Giani) di una società regionale ad hoc per la gestione delle strade.
Per intanto aspettiamo con rinnovata fiducia (forse dovevo dire sfiducia) e assistiamo, con malcelata invidia, alla programmazione della Grosseto-Fano e ad altre opere stradali sicuramente importanti, ma non strategiche come la Tirrenica. --
*assoc. culturale “Il Centro” Livorno
© RIPRODUZIONE RISERVATA