Biden e le tasse non pagate dai colossi
Non sempre ci rendiamo conto che Joe Biden è un presidente degli Stati Uniti d’America notevolmente diverso non solo da Donald Trump, ma da recenti predecessori anche democratici, perché presta attenzione a problemi che non sono oggetto di diffusa discussione politica e accademica.
Un esempio è la questione dell’evasione fiscale da parte della maggioranza delle multinazionali di grande dimensione. Secondo una ricerca dell’Ocse tali imprese ogni anno muovono il 40% dei loro profitti verso paradisi fiscali spostando le loro sedi o quelle di aziende controllate. Di fatto non pagano ai governi degli Stati ove operano 240 miliardi di dollari. Somma assai modesta se si considera che le menzionate società mediamente realizzano ogni anno profitti intorno a sei trilioni di dollari. Se, tuttavia, si tiene presente, come fa osservare The Economist, che in tutto il mondo mancano ospedali e ci sono strade che non hanno buona pavimentazione anche un modesto contributo aiuta. Un significativo esempio delle attenzioni di Biden è la proposta recentemente formulata al gruppo dei sette Paesi più sviluppati, che hanno concordato, di imporre una tassa di almeno il 15% su tutte le grandi imprese.
Purtroppo, almeno per il momento, questi Stati poco possono fare in materia dato che i paradisi fiscali - dalla Svizzera, all’Olanda al Lussemburgo per non dire dei piccoli Stati dei Caraibi o in Asia - non fanno parte del gruppo dei 7.
Che senso ha allora la proposta di Biden? Almeno due sono le considerazioni da fare. La prima è che se si riuscirà a procedere in tale direzione si comincerà a modificare radicalmente un sistema fiscale internazionale, avviato negli anni 20 del secolo scorso, il cui principale obiettivo era quello di evitare la doppia tassazione delle aziende di qualsiasi Stato. Il problema dell’evasione fiscale non è mai stato preso in considerazione. Al contrario molti Stati hanno, oltre a divenire paradisi fiscali, fatto tutto il possibile per attrarre le grandi multinazionali. La seconda considerazione riguarda il fatto che Biden ha il coraggio di affrontare problemi che richiedono tempi lunghi e cooperazione da parte di quasi tutti gli Stati per essere risolti. Potrebbe sembrare più un ideologo che un politico. In realtà ha compreso meglio di molti altri leader che la crisi del Covid 19 ha indicato che i sistemi tradizionali devono essere radicalmente modificati. È necessario organizzarsi in modo che valori come la solidarietà e la collaborazione prevalgano su quegli interessi particolari ed egoistici che oggi guidano il sistema.
Noi italiani siamo particolarmente interessati ai mutamenti suggeriti. Non solo per una questione di valori, ma perché anche noi abbiamo imprese, incluse le multinazionali tascabili, che evitano di pagare quelle imposte di cui il nostro bilancio ha tanto bisogno. Secondo le stime di uno studioso, Gabriel Zucman, i paradisi fiscali nel 2018 ci hanno sottratto il 19% delle imposte sulle società italiane. Un po’ meno del 22% rubato alla Francia e del 26% alla Germania, ma sempre tanto perché sono milioni e milioni di euro. Quindi grazie a Biden e diamoci da fare perché attui prima possibile i suoi principi. --
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