No-vax, 10 tra medici, farmacisti e psicologi verso la sospensione
Donatella Zorzetto. Sono 10 i medici pavesi dichiaratamente no-vax, che rischiano la sospensione o il trasferimento se non si adegueranno alla normativa (decreto Draghi) che prevede la somministrazione del vaccino per chi svolge professioni sanitarie. I 10 - medici liberi professionisti, due farmacisti e uno psicologo - hanno risposto alle lettere inviate ad Ats, che chiedevano chiarimenti sulla loro mancata vaccinazione.
Diffidenza nei confronti del vaccino
Risposta che si traduce in una diffidenza di fondo nei confronti del vaccino anti-Covid, sia per quanto riguarda l’efficacia che per gli effetti collaterali che può generare. Tanto da indurre gli stessi camici bianchi no vax pavesi a chiedere all’Agenzia di tutela della salute diretta da Mara Azzi di fornire tutta la documentazione che comprovi, appunto, la sicurezza dei diversi tipi di siero. Nei loro confronti è stato avviato il procedimento previsto dal decreto Draghi: ora seguirà una seconda lettera, una sorta di messa in mora per indurli a vaccinarsi. Se ciò non avvenisse, scatterà la sospensione o il cambio di mansione.
Sono circa 3.000 le lettere con richiesta di chiarimenti indirizzate da Ats Pavia agli operatori sanitari pavesi non vaccinati. Lettere inviate da inizio maggio scorso con cui l’Agenzia di tutela della salute chiede spiegazioni agli interessati sul perchè non abbiano accettato di sottoporsi all’iniezione. Richiedendo anche la documentazione che comprovi l’eventuale inidoneità al vaccino “per motivi di salute e grave pericolo di vita” o che certifichi una prenotazione in corso.
Dei 3.000 operatori contattati, sino ad oggi hanno risposto in 1.800. Circa 200 sono quelli che hanno presentato giustificazione medica, ossia un certificato che comprova la loro impossibilità ad assumere il siero perchè, ad esempio, affetti da trombofilia genetica, allergie, oppure perchè si trovano in gravidanza o stanno allattando.
Gli esentati
Poi ci sono gli altri 1.600, che si possono dividere in due categorie: una buona parte che nel frattempo il vaccino l’ha fatto, assumendo almeno al prima dose, e la seconda, formata da operatori che hanno manifestato la volontà di sottoporsi a immunizzazione prenotando l’iniezione. Anche in questo caso hanno dovuto presentare la documentazione necessaria: una copia del certificato vaccinale o della prenotazione. Restano infine da contattare gli Oss (Operatori socio sanitari), per cui i dati raccolti non sono ancora sufficienti.
In provincia di Pavia sono 16.107 i professionisti della sanità che lavorano negli ospedali, nelle case di riposo, ma anche gli appartenenti agli ordini delle professioni sanitari.
Ma quale sanzione rischia un operatore sanitario che decida di non sottoporsi a vaccinazione? In seguito alla lettera ricevuta da Ats Pavia sono chiamati a spiegare il perchè. E se la motivazione non regge l’azienda per cui lavorano potrà spostarli ad altra mansione o sospenderli dall’attività lavorativa senza stipendio fino al termine della campagna vaccinale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021. Lo prevede il decreto Draghi. Che aggiunge: la vaccinazione «può essere omessa o differita solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestato dal medico di medicina generale».