Fvg, manovra regionale da 362 milioni al via in commissione. L’ok atteso entro luglio
TRIESTE. «Da qui all’aula è un work in progress». L’assessore alle Finanze Barbara Zilli, nel giorno in cui presenta in prima commissione i documenti di bilancio di metà anno, conferma le poste principali della manovra, ma, grazie a un avanzo più che raddoppiato rispetto a quanto era sembrato inizialmente – la quota disponibile ammonta a poco più di 362 milioni –, fa capire che più di una richiesta potrà essere soddisfatta.
Non a caso, Riccardo Riccardi, assessore regionale alla sanità in tempo di pandemia, dice che sì, «le risorse per il settore potrebbero aumentare, è un ragionamento che faremo in seduta di giunta giovedì». E pure Mauro Bordin, capogruppo della Lega, già sollecita fondi per i piccoli e medi centri urbani: «Dopo gli importanti stanziamenti per le città più popolose, occorre adesso prevedere stanziamenti adeguati anche per le realtà di minore dimensione per garantire uno sviluppo omogeneo del territorio regionale e un alto livello di servizi a chi lì vive, lavora, produce e investe». Mentre Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia, anticipa per domani un vertice di partito: «Contiamo che ci sia spazio anche per la spesa corrente. Bonus ai consiglieri? No, ma non mancheranno le occasioni per ristorare chi continua a soffrire danni economici da Covid».
Nell’attesa del confronto sugli articoli del ddl 141, che inizierà oggi in sesta commissione e si concluderà in aula nell’ultima settimana di luglio, è Zilli a fare innanzitutto chiarezza sulle cifre. «Il totale delle dotazioni attuali è pari a circa 250 milioni - spiega -. Di tale disponibilità, inizialmente sono applicati 194 milioni di avanzo, il resto è parte corrente. Ma in una riunione straordinaria di giunta saranno inserite ulteriori risorse».
Quanto alle scelte di destinazione della spesa, «la manovra offre i presupposti, in primo luogo, per il finanziamento di importanti iniziative di prossima adozione, in particolare in materia di viabilità e di programmazione europea. Secondariamente, il ddl tiene conto della necessità di proseguire nell'azione già avviata con la legge di stabilità 2021 di potenziamento degli investimenti, sia in ambito pubblico che privato».
Le cifre, prima della seduta di giunta di domani, rimangono a grandi linee quelle già diffuse. Alla direzione Sanità vanno poco meno di 21 milioni, di cui 19,8 per la spesa corrente delle aziende sanitarie. Nel “pacchetto” Infrastrutture si trovano 40 milioni per la prima casa, 10 per l’edilizia scolastica, 5 per portualità e logistica, 3 per implementare lo scalo ferroviario del Cosef. E ancora 3 milioni per impianti sportivi destinati a Eyof 2023, 2,4 milioni ai Comuni per interventi di salvaguardia dei valori paesaggistici, 1,5 milioni per lo scorrimento della graduatoria acquisto scuolabus.
Passando ad Attività produttive e turismo, si prevedono 9,3 milioni a sostegno delle imprese e dei pubblici esercizi, 5 milioni, nell’ambito del Fondo turismo, per ammodernamenti delle strutture alberghiere e un milione per lo sviluppo delle Pmi commerciali. Alla Difesa dell'ambiente vanno poi 11,5 milioni, di cui 5 serviranno a coprire il bonus benzina fino a fine anno e uno per i contributi ai privati per la rottamazione dei veicoli.
Altre macro poste sono i 36,4 milioni alle Finanze, di cui 15 a titolo di risorse integrative per la Programmazione europea e 10 ad incrementare prudentemente il fondo contenziosi, i 9,7 milioni a Cultura e sport (una buona parte per Gorizia 2025), i 10,4 milioni al Patrimonio e demanio, i 7,1 milioni alle Autonomie locali (quasi 5 per l’assistenza ai minori non accompagnati), i 5 al Lavoro, i 3,5 al fondo per le vittime dei crac delle Cooperative, che raggiunge così una dotazione complessiva di 9 milioni.
Secondo il Partito democratico, che interviene per voce dei consiglieri regionali Diego Moretti, Roberto Cosolini e Enzo Marsilio, il nodo rimane però quello rappresentato dalla sanità: «Gli investimenti previsti nel prossimo assestamento, che si limiteranno a soli venti milioni, non potranno essere esaustivi per rispondere alle reali esigenze del sistema e dei bisogni dei cittadini. Per questo - dicono i tre esponenti dem - è necessario fin d'ora chiarire il quadro di risorse per chiudere l'anno dando un segnale forte di investimento nel pubblico».