Un cuore triestino al Giro di Francia: «Solidarietà alle vittime del terrorismo»
TRIESTE Batte un po’ di cuore triestino nel Giro di Francia, che domani, mercoledì 7 luglio, percorrerà la mitica tappa del Mont Ventoux, 21 chilometri arsi dal sole con una pendenza del 7,5%. Per l’occasione i ciclisti esibiranno i colori dell’associazione V-Europe, presieduta da una triestina, Marzia Arzon, e nata con l’obiettivo di sostenere le vittime del terrorismo e i loro diritti.
Una battaglia che i soci di V- Europe hanno intrapreso insieme all’Associazione francese per le vittime del terrorismo (Aftv) nel quinto anniversario degli attacchi di Parigi, Bruxelles e Nizza, e a 20 anni dall’attacco alle torri gemelle.
La tappa ufficiale di domani viene preceduta oggi da una pedalata simbolica, percorsa da 11 vittime del terrorismo.
Fra loro Adrien e Anaële Abescat, fratello e sorella vittime di un attentato nel 2007 in Arabia Saudita; Julien et Caroline Altounian, che hanno subìto un attacco al Cairo nel 2009; Mark e Vera De Boeck, colti dall’attentato sulla Rambla di Barcellona nel 2017; Aristide e Marion Melissas, la cui vita è stata sconvolta dall’azione di un terrorista avvenuta a New York nel 2019, e ancora Karen Northshield e Philippe Vanderberghe: si sono trovati nei momenti e posti sbagliati a Bruxelles nel 2016.
Spiega da Trieste la presidente di V – Europe, Marzia Arzon, guida turistica di professione e per questo motivo spesso in giro per il mondo:
“Tutti possiamo essere colpiti dal terrorismo: in qualunque posto ci troviamo, possiamo vedere le nostre vite cambiare in un istante. Ancora oggi molte vittime si trovano a combattere quotidianamente per ritornare ad una vita normale. Dopo averne conosciute diverse di persona, ho deciso di fare qualcosa per loro. Hanno bisogno di supporto per superare i molti ostacoli che il terrorismo ha catapultato sul cammino delle loro vite. Hanno scelto la via della pace, della giustizia, della vita invece che alimentare odio, rancore e vendetta. La tappa simbolica del Giro di Francia che percorreranno oggi è una dimostrazione di questo atteggiamento”.
A farla, a bordo di un bicicletta modificata, anche Marion Melissas, rimasta senza gli arti inferiori nel 2019. E anche Karen Northshield, quattro anni di ospedale e 60 interventi chirurgici: la davano per spacciata invece oggi corre alla tappa.
Riprende Marzia Arzon: “Qualsiasi sia la loro nazionalità o i loro credo, i superstiti di questi attentati sono tutti a dimostrare coraggio, determinazione e forza mentale per superare difficoltà e dolori nell’intento di acquisire di nuovo il proprio posto nella società”.
Per raggiungere il traguardo, le associazioni V- Europe e Afvt lanciano una raccolta fondi da questi portali: www.togetherstronger.eu, www.v-europe.org e www.afvt.org. Il link è qui. Le donazioni, fanno sapere, verranno gestite dalla Fondazione Re Baldovino.