Tonutti: «Palmanova, critiche inaccettabili dagli operatori triestini del 118»
TRIESTE. Giuseppe Tonutti, direttore generale dell’Arcs, difende gli operatori della centrale di Palmanova dalle critiche, ritenute «inaccettabili», di quaranta operatori del 118 di Trieste. Una risposta, quella di Tonutti, che ricostruisce anche il senso delle sue affermazioni in audizione, lo scorso 3 giugno, in terza commissione.
Nel replicare alla dura lettera dei 40 sanitari di Asugi in cui si parla di «organizzazione confusionaria» dell’emergenza, «incapace di garantire le tempistiche degli interventi d’urgenza», il direttore dell’Arcs dice di aver visto «travisate» le sue parole. Il riferimento è all’affermazione, citata dagli operatori del 118 triestino, di ritardi causati «da una partenza dei mezzi non sufficientemente rapida». In audizione, precisa Tonutti, «ho espresso un concetto ben diverso, e cioè che, quando viene portato all’attenzione un soccorso che ha avuto dei ritardi da parte degli equipaggi che afferiscono alle Aziende sanitarie, c’è la tendenza a colpevolizzare gli operatori della centrale operativa e da parte di chi opera in centrale quella di dire che sono i mezzi di soccorso ad essere partiti tardi». In sostanza, «un palleggiamento delle responsabilità che mira a trovare un colpevole quando invece sarebbe necessario che i responsabili e i rappresentanti di ambo le parti si sedessero attorno a un tavolo per analizzare e capire il perché è successo il ritardo e apportassero i correttivi organizzativi conseguenti. Importante e improcrastinabile – incalza Tonutti – che si creino tra le varie strutture che si occupano dell’emergenza urgenza extra-ospedaliera i collegamenti indispensabili a trovare le soluzioni più opportune». Al contrario, prosegue Tonutti rendendosi disponibile a un incontro con i sanitari dell’emergenza urgenza che operano a Trieste, «i firmatari continuano a scaricare le responsabilità sugli operatori della centrale operativa che ricordo a tutti essere anch’essi seri e con esperienza pluriennale. Da direttore di Arcs ritengo francamente inaccettabile assistere a queste accuse da parte di colleghi nei confronti di professionisti che stanno facendo il possibile per fornire il miglior servizio ai cittadini».
Insomma, i problemi ci sono. Ma le polemiche non aiutano: «Le motivazioni dei ritardi, peraltro episodici rispetto alla massa di interventi, risiedono nella scarsa propensione fino ad ora dimostrata di affrontare e risolvere assieme i problemi. Su questo bisogna lavorare». Un modello comunque da cambiare? «Si sta lavorando alla revisione del piano di emergenza urgenza extraospedaliera per arrivare a un sistema regionale coeso. La pandemia ne ha ritardato l’iter di discussione e approvazione. Sarà quella la sede per stabilire di quante centrali operative si doterà la Regione».
Non mancano le reazioni politiche. Diego Moretti e Roberto Cosolini del Pd affermano che «sarebbe sbagliato tornare indietro sulla centrale unica», ma invitano l’assessore Riccardo Riccardi «all’ascolto e al rispetto, non solo formale ma anche sostanziale, degli operatori, la necessaria base che nella gestione della sanità purtroppo è più volte mancata». Per Simona Liguori (Cittadini), la lettera degli operatori «è sintomo di malessere». Mentre il segretario regionale Fials Fabio Pototschnig non si stupisce: «Il sistema dell'emergenza sanitaria attuale che questa giunta ha ereditato e che in campagna elettorale ha fortemente criticato ha evidenziato tutti i suoi limiti fin dall'attivazione della centrale unica di Palmanova, nell’aprile 2017».