TRIESTE. Dopo le prove di avvicinamento di una settimana fa, la Cgil Fvg torna all’attacco della Regione sulle liste d’attesa. Lo fa con il segretario generale Villiam Pezzetta e con la responsabile per sanità e welfare Rossana Giacaz, sostenendo che «il ricorso ai privati non è la strada per ridurle».
Nel mirino ci sono i fondi annunciati dall’assessore Riccardo Riccardi per un maggiore ricorso al privato. «Il rafforzamento della sanità pubblica – dichiarano Pezzetta e Giacaz – rappresenta la strada maestra per garantire il diritto alla salute, come ha dimostrato in modo chiaro e inequivocabile la pandemia. Ecco perché l’obiettivo inderogabile di recuperare i forti ritardi nei tempi di attesa non può essere affidato prioritariamente all’incremento delle risorse destinate al finanziamento delle prestazioni in regime di convenzione, ma deve essere al contrario privilegiata una strategia basata sulle assunzioni per il rafforzamento della sanità pubblica».
Sulla stessa linea, sempre in casa Cgil, anche i segretari regionali della Funzione pubblica Orietta Olivo e dello Spi (pensionati) Roberto Treu: il piano per il contrasto delle liste di attesa presentato dalla Regione è in «stridente contraddizione con le drammatiche esigenze evidenziate dalla pandemia, con le direttive del governo e le linee guida Oms». Nel mirino la scelta «tutta ideologica di favorire il privato a scapito degli investimenti nel pubblico». Un tema su cui l’ex segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci aveva denunciato in un post su Facebook, «da semplice iscritto allo Spi», il silenzio dei vertici del sindacato. Da quel silenzio esce l’intero stato maggiore, con Olivo e Treu che lanciano l’allarme sul rischio di seguire il «fallimentare modello lombardo». Premesso che la bocciatura non nasce da una «demonizzazione» del privato, proseguono i due sindacalisti, «invece di rafforzare la sanità pubblica, che finalmente inizia a prendere un po' di respiro dopo gli sforzi immani del personale, al momento neppure riconosciuti economicamente, si investe sul privato, incrementando di oltre 20 milioni le risorse per le prestazioni in convenzione. Incremento che non porterà a nuove assunzioni nel privato, ma solo a un aumento delle prestazioni erogate in regime di libera professione».
Sul fronte politico intanto Furio Honsell (Open Fvg) parla a sua volta di «chiara e grave indicazione che l'assessore Riccardi non vuole sostenere la sanità pubblica. Ma ancora più grave è motivare la decisione con le difficoltà provocate dalla pandemia».m.b.
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