La babele delle regioni sulle dosi di vaccino
ROMA. Lo strappo destinato a fare più rumore lo ha dato il Lazio, che infischiandosene delle indicazioni «perentorie» del ministero della Salute e delle «raccomandazioni» di Aifa e Cts ha ripreso a somministrare AstraZeneca e Johnson&Johnson agli under 60. Nonostante il rapporto rischio-beneficio rispetto al contagio da Covid sia oggi come oggi sfavorevole ai vaccini a vettore virale. Ma non è che le altre Regioni si siano tutte allineate al generale Figliuolo, che più e più volte ha chiesto di privilegiare i richiami soprattutto alla popolazione da sessant’anni in su più esposta a rischio con la variante Delta. Perché se la Lombardia ha deciso di privilegiare la caccia agli over 60 rimasti fuori dai radar della campagna vaccinale e il Friuli Venezia Giulia punta a convincerli a mostrare il braccio offrendo loro i più gettonati antidoti a Rna messaggero, altre regioni vanno in direzione opposta. Come la Campania, che vuole completare la vaccinazione dei giovanissimi under 18. O la Sicilia, che i vaccini ora li andrà a somministrare sotto l’ombrellone ai vacanzieri di luglio.
Ancora una volta la babele vaccinale regna sovrana sotto il cielo delle Regioni. E con la Delta in espansione rapida vaccinare i più piccoli può essere un problema se le dosi scarseggiano e più del 45% della popolazione generale, ma soprattutto il 48% degli over 60 rischiano anche con una sola dose di finire in ospedale o peggio. Per questo la corsa a vaccinare gli over 60 è considerata prioritaria da Speranza e Figliuolo, che proprio ieri ha avviato una serie di confronti bilaterali con le Regioni in attesa del faccia a faccia a faccia con tutti i governatori, che dovrebbe tenersi in settimana. Intanto però le Regioni procedono in ordine sparso, pur lamentando un taglio tra il 30 e il 40% delle dosi di luglio, che giocoforza costringono a fare delle scelte.
Lazio
La Regione ha deciso di ignorare gli appelli di Figliuolo, Cts e Speranza tornando a puntare su AstraZeneca e J&J anche tra i più giovani. Prima ha sdoganato gli open day a partire dai 18 anni con il vaccino adenovirale J&J, che pure l’Aifa e il Cts hanno raccomandato di non somministrare agli under 60. Poi ha deciso di incentivare questi ultimi a utilizzare ancora AstraZeneca per i richiami, anticipandoli a 56 anziché a 77 giorni. Mossa che, evitando a molti di dover tornare dalle vacanze di agosto per la seconda dose, potrebbe rivelarsi più efficace dello scetticismo che in tutta Italia, e il Lazio non fa eccezione, ha finito per lasciare nei frigo 2,4 milioni di dosi di vaccini a vettore virale, equamente divisi tra J&J e Az. In realtà in questo modo la Regione non ha formalmente trasgredito alle ordinanze ministeriali, che a chi ne faccia richiesta e dietro parere medico consentono di vaccinarsi anche sotto i sessant’anni con due dosi del vaccino di Oxford. Ma quello di ridurre i giorni di attesa per il richiamo è stato letto come un trucchetto da virologi e epidemiologi che hanno aspramente criticato la decisione della Regione.
Lombardia
Qui un over 60 su dieci, 286 mila persone, il vaccino non lo ha nemmeno prenotato e il 41% di ultrasettantenni e sessantenni è coperto con una sola dose, facilmente perforabile dalla Delta. Per questo la Regione ha deciso di dare la caccia ai renitenti della vaccinazione mobilitando anche i medici di famiglia. Il problema è che i vaccini scarseggiano e le agende sono piene fino al 20 luglio.
Piemonte
Da un lato si tenta di accelerare con i richiami per alzare un muro più solido contro l’ex indiana. E per farlo la Regione ha deciso di concedere a chi lo richieda di anticipare o posticipare il richiamo, pur rispettando i tempi massimi e minimi di intervallo previsti. Un modo per tranquillizzare chi non vuol correre il rischio di dover rientrare dalle vacanze per la seconda dose. Dall’altro però pur mancando all’appello dei vaccinati 208 mila over 60 su 580 mila, si è deciso a metà luglio di far partire dai pediatri le immunizzazioni degli under 16.
Toscana
Il presidente Giani per luglio non vede in arrivo più di 650-700 mila dosi rispetto alle 900 mila di giugno. Nonostante tutto però annuncia: «Dopo Ferragosto attiviamo le vaccinazioni dei bambini dai 12 ai 15 anni». Sperando che per quella data siano stati messi a riparo gli anziani che rischiano di più.
Emilia Romagna
Il presidente Bonaccini spera ancora di spuntare più dosi da Figliuolo. Ma per ora il piatto piange e tra le 30 e le 50 mila prime dosi già fissate in agenda potrebbero slittare, lasciando scoperti anche gli over 60.
Liguria
La Regione segue il dettato di Figliuolo e punta sugli over 60, ma lo fa con «la notte del vaccino» e altri open day a base di dosi Pfizer e Moderna per riportare sotto i radar il popolo degli scettici.
Campania
De Luca lamenta un taglio del 40% delle dosi Pfizer. Ma poi annuncia: «Prepareremo entro questa settimana un piano di vaccinazione straordinario per la popolazione studentesca, completando entro luglio l’immunizzazione degli under 18».
Puglia
Con 423mila dosi in meno di Pfizer la Regione ha deciso lo stop alle prime dosi ma solo per gli under 50. Che probabilmente verranno chiamati a mostrare il braccio in pieno agosto.
Sicilia
Le prenotazioni in città crollano, con 370 prenotati venerdì alla Fiera di Palermo contro la media di oltre 4 mila. Così la regione ha deciso di portare la campagna vaccinale sotto gli ombrelloni, firmando un protocollo con i gestori degli stabilimenti balneari. Se poi la voglia di tintarella non sarà contagiosa tra gli anziani non vaccinati dovrebbero intervenire i medici di famiglia. Sempre che avanzino dosi anche per loro.