Addio a Benassuti, a Udine ha giocato a rugby come “pilone” e a Pasian di Prato gestito un bar: a 57 anni è stato sconfitto dalla malattia
UDINE. Nel rugby, il ruolo del pilone è tra i più importanti, quello che con il suo lavoro di fatica fatto sempre sotto traccia consente di tenere in piedi la squadra. Un ruolo di sacrificio e di generosità, che Alessandro Benassuti ha saputo fare proprio anche nella vita. Una malattia incurabile l’ha strappato all’affetto dei suoi cari e al suo storico quartiere, San Domenico, lunedì 5 luglio.
Cresciuto nella prima periferia cittadina, Benassuti, dopo gli studi, ha cominciato a dare una mano all’attività di famiglia, avvicinandosi con sempre maggiore passione al mondo del rugby. Suo papà Roberto ha gestito l’osteria Alla Ghiacciaia di via Zanon fino al 2013.
Da lui Alessandro ha ereditato non soltanto l’amore per la palla ovale, ma anche la voglia di mettersi in gioco nel campo della ristorazione. Sposato con Grazia, da lei ha avuto due figli, Raffaele ed Elisabetta. Insieme a quest’ultima, tra il 2012 e il 2015, ha gestito il bar Cooperativa a Pasian di Prato, diventando parte attiva nell’organizzazione della festa delle associazioni.
«Era una persona generosa e disponibile, con cui abbiamo collaborato spesso – racconta l’assessore di Pasian di Prato, Lucio Riva –. Si è sempre dato molto da fare per la comunità, riuscendo a mettere insieme le diverse anime del paese».
Un’attitudine, quella all’aggregazione di paese e alla socialità, che Benassuti era riuscito a sviluppare anche dopo essersi trasferito insieme alla famiglia a Tavagnacco: «Abbiamo dato una mano non solo alla Pro Loco, ma siamo stati parte attiva dell’oratorio e della bocciofila – racconta Grazia –. Sono stati anni davvero belli e intensi, durante i quali siamo stati impegnati in molte attività di paese.
È sempre stato orgoglioso di essere friulano e di poter partecipare alla vita della comunità in cui abitava», conclude la moglie. Anche la figlia Elisabetta ricorda questo suo lato del carattere: «Papà ha sempre voluto aiutare gli altri, spendendosi molto per il sociale e per la comunità locale. Quando c’era da dare una mano non si è mai tirato indietro».
Tra le sue passioni non c’era solo lo sport, ma anche la musica, con diverse esperienze fatte nei cori e delle bande cittadine. Ma la sua giovinezza l’ha trascorsa sui campi da gioco, scalando tutte le categorie con la Rugby Udine fino all’arrivo in prima squadra.
Anni in cui papà Roberto era protagonista nelle vesti di allenatore e dirigente. Luca Diana, compagno di mille battaglie, non può dimenticare la passione di Alessandro verso la palla ovale. Anche dopo aver smesso di giocare, appena poteva, seguiva le partite. «Ricordo bene una delle nostre ultime imprese sportive, lo spareggio salvezza alla fine degli anni 80 contro la Cecchina», afferma.
Il funerale sarà celebrato mercoledì 7, alle 12, nella chiesa di San Domenico. —
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