I fondi alla sanità privata spaccano i sindacati: Cisl e Uil “isolano” la Cgil, il cambio di rotta di Pezzetta dopo l’ok al piano Riccardi non piace alle altre sigle
UDINE. L’unità sindacale sulla sanità si frantuma una manciata di giorni dopo il sostanziale via libera di Cgil, Cisl e Uil alla linea dell’assessore Riccardo Riccardi sul piano per il taglio delle liste d’attesa che prevede, tra l’altro, 21 milioni di euro di maggiori fondi regionali al sistema del privato accreditato anche per ridurre la “fuga” verso il Veneto che costa, al bilancio del Friuli Venezia Giulia, tra 90 e 95 milioni all’anno.
Il cambio di rotta della Cgil, e in particolare del segretario generale Villiam Pezzetta, che due giorni fa ha contestato la nuova linea della Regione, non è affatto piaciuto né alla Cisl, né alla Uil che, di fatto, confermano il sostanziale appoggio alla strategia di Riccardi e, da questo punto di vista, isolano il “sindacato rosso”.
Perchè conta poco sostenere che non ci sono intenti polemici se poi, ad esempio, in casa della Cisl si dice, parola di Alberto Monticco, che è «sbagliato disattendere quanto si è deciso assieme» e che «cambiare idea un paio di volte alla settimana non ci porterà lontano», oppure, passando alla Uil, con Mauro Franzolini e Luciano Bressan, si sostiene che «le argomentazioni emerse e le pesanti critiche portate da altri che, tra l’altro, hanno partecipato all’incontro con l’assessore (del 28 giugno ndr), sembrano trovare in un ragionamento retorico con esclusiva valenza politica la propria genesi».
Volano gli stracci, dunque, tra i vari sindacati con Cisl e Uil che, in particolare, sembrano puntare il dito contro Pezzetta e la responsabile sanità e welfare della Cgil Rossana Giacaz. Gli stessi, cioè, che, dopo essere stati convocati da Riccardi assieme alle altre sigle sindacali, in quella sede non si erano opposti al piano.
A margine dell’incontro, infatti, i sindacati avevano trovato l’intesa per un comunicato comune – tra l’altro diffuso dalla Cgil a nome delle tre sigle – in cui si spiegava, tra i vari punti, come «l’attenzione si è soffermata in particolare sulla quota di spesa sanitaria che il Friuli Venezia Giulia versa annualmente ad altre Regioni per il pagamento di prestazioni eseguite da nostri residenti in strutture del privato accreditato al di fuori del nostro territorio: un problema, questo, che alla sanità regionale costa alcune decine di milioni di euro l’anno».
Pezzetta, al pari dei suoi colleghi degli altri sindacati, aveva utilizzato parole di prudenza, ma sostanzialmente non contrarie al piano dell’assessorato.
Ed è qui, probabilmente, che si è incrinato qualcosa all’interno di un sindacato, la Cgil, che già a livello di rappresentanza medica non ha collimato spesso, almeno in questi tre anni, con le posizioni di Cisl e Uil.
Basti pensare, ad esempio, a come l’ex segretario regionale Franco Belci – uno che si firma come «semplice iscritto allo Spi Cgil», ma che all’interno del sindacato ha ancora parecchio appeal – abbia sostenuto sul proprio profilo Facebook che si sarebbe aspettato una «ferma presa di posizione contro la soluzione proposta, che si collega a una visione generale favorevole a un ampliamento della presenza del privato, del tutto in controtendenza rispetto a ogni serio ragionamento legato all’esperienza della pandemia» per capirlo.
A stretto giro di posta, quindi, in una Cgil tradizionalmente abituata a parlare a più voci e quindi con sensibilità diverse, sono arrivate le prese di posizione di Orietta Olivo (Funzione pubblica) e Roberto Treu (Spi) che hanno chiesto di «non seguire il fallimentare modello lombardo» portando così, probabilmente, Pezzetta (e Giacaz) a correggere il tiro, con l’obiettivo di salvare l’unità interna del suo sindacato, sostenendo che «il ricorso ai privati non è la strada per ridurre le liste d’attesa».
Un cambio di rotta deciso, che ha mandato su tutte le furie Cisl e Uil, come peraltro già accaduto in passato, sui temi della sanità, anche se non a questo livello. Perchè la cornice dello scontro, in fondo, è sempre quella che vede posizioni più muscolari della Cgil nei confronti della maggioranza di centrodestra e una più incline al raggiungimento di un accordo da parte di Cisl e Uil.
Due linee, in sintesi, che alla fine, tante volte, hanno trovato la capacità di intersecarsi tra loro, ma che in altre, e questa pare essere una di quelle, sembrano davvero viaggiare su due binari paralleli e distanti tra loro.
- Monticco (Cisl): «Non si cambia idea ogni giorno»
Sulla necessità di continuare il confronto con la Regione, la Cisl non ha dubbi: disattendere quanto deciso finora ai tavoli o, ancor peggio, darsi alle fughe in avanti, è un gioco pericoloso. Se da una parte la Cisl attende la documentazione relativa alla manovra estiva, quale momento importante di verifica, dall’altra parte non piace quanto sta accadendo attorno al tema cruciale della sanità.
«Noi – afferma il segretario regionale Alberto Monticco (nella foto) – confermiamo in modo assoluto quanto dichiarato unitariamente soltanto qualche giorno fa. Senza polemiche, avevamo condiviso, a valle dell’incontro con l’assessore Riccardo Riccardi, l’impostazione regionale sul recupero della spesa sanitaria che il Friuli Venezia Giulia versa ad altre Regioni per il pagamento di prestazioni eseguite da nostri residenti in strutture del privato accreditato.
Apprendere dai giornali l’improvviso cambio di rotta della Cgil lascia assolutamente perplessi. Nessuno ha mai parlato di scalfire la sanità pubblica a favore del privato: anzi, siamo tutti d’accordo sulla necessità di abbattere le liste d’attesa attraverso un potenziamento del territorio e della rete ospedaliera.
Tuttavia, è chiaro che bisogna dare risposte ai bisogni dei cittadini e laddove il pubblico non arrivi, bisognerà far intervenire in modo complementare o integrativo il privato».
Insomma, per la Cisl quanto concordato al tavolo con l’assessore va portato avanti. «I tavoli tematici – conclude Monticco – con le categorie saranno utili per confrontarci sul prosieguo, ma certamente cambiare idea un paio di volte alla settimana non ci porterà lontano e a pagarne le conseguenze saranno gli utenti e i lavoratori del settore.
- Franzolini (Uil): «Critiche retoriche e a sfondo politico»
«Il percorso intrapreso dalla Direzione Salute, dall’assessore Riccardo Riccardi e dai sindacati è la soluzione necessaria e responsabile per uscire dalla crisi delle liste di attesa per prestazioni sanitarie». È il pensiero della Uil del Friuli Venezia Giulia.
«Crediamo sia prioritario garantire a tutti gli utenti la migliore assistenza sanitaria possibile evitando di subire disagi e lungaggini insostenibili – spiegano il commissario Mauro Franzolini (nella foto) e il segretario della Uil Fpl regionale Luciano Bressan –. La proposta dell’assessore è stata quella di incrementare i finanziamenti alla sanità pubblica e alle strutture private regionali, una soluzione che auspichiamo sia una prima risposta alle attese dei cittadini.
Pensiamo che sia paradossale spendere decine di milioni del bilancio per pagare prestazioni eseguite in altre regioni. Le argomentazioni e le pesanti critiche portate da altri che, tra l’altro, hanno partecipato all’incontro con l’assessore, sembrano trovare in un ragionamento retorico con esclusiva valenza politica la propria genesi.
Era prevedibile che dopo la pandemia l’emergenza fosse quella della ripresa economica e dei servizi sociali e sanitari. Oggi le istituzioni e le parti sociali hanno l’obbligo di collaborare responsabilmente per riscrivere un sistema che soffre e va cambiato. Il dissenso lo affronteremo nei tavoli di confronto, ma con spirito costruttivo.
La salute delle persone deve prevalere su ogni logica politica e noi siamo pronti a discutere su ogni proposta che possa divenire una soluzione».
- Pezzetta (Cgil): «No a cambiali firmate in bianco»
Se qualcuno ha cambiato idea dopo l’incontro di giovedì, questo di sicuro non è la Cgil. Che si è limitata a ribadire, dopo che l’assessore Riccardo Riccardi ha reso noti i volumi dei nuovi finanziamenti a sostegno delle convenzioni con il privato, che la priorità è il rafforzamento della sanità pubblica, come avevamo chiesto, assieme a Cisl e Uil, anche nell’incontro della scorsa settimana, nella convinzione che questo sia un punto condiviso».
È la posizione della Cgil, con il segretario regionale Villiam Pezzetta (nella foto) e la responsabile sanità e welfare Rossana Giacaz, tornando sulle ragioni delle critiche espresse sull’incremento dei fondi per la sanità privata. «L’importanza dell’incontro della scorsa settimana – dichiarano Pezzetta e Giacaz – sta nel fatto di aver aperto un confronto che finora era mancato.
È quel confronto, a livello generale e dei tavoli tematici, che dovrà dare le risposte alle richieste che abbiamo avanzato all’assessore. Vista l’ emergenza, era stato prospettato un ventaglio di soluzioni che comprendesse anche un ricorso al privato, ma con l’obiettivo prioritario di partire dal rafforzamento della sanità pubblica. Alla luce delle cifre rese note dalla Regione c’è il legittimo timore che quella di un maggiore ricorso al privato sia in realtà l’unica soluzione su cui punta la Regione».
Quanto alle critiche che la Cisl ha rivolto alla Cgil, Pezzetta e Giacaz replicano che «non sono stati firmati accordi né cambiali in bianco». Il confronto aperto con l’assessore «deve proseguire, favorendo la discussione e la scelta di soluzioni condivise, ma questo non equivale ad azzerare la capacità di critica né della Cgil né, ci auguriamo, di nessun’altra parte sociale». —