Spela Dragas: «Alexandra deve ritrovare fiducia Ma l’Olimpiade se l’è guadagnata»
UDINE. Spela Dragas alle Olimpiadi c’è già stata. Tre volte: ad Atene, Londra e Rio de Janeiro nelle vesti di giudice delle gare di ginnastica ritmica. Ora ci andrà con un ruolo diverso, quello di allenatrice, assieme alla “sua” Alexandra, che ha accompagnato passo passo in questi ultimi cinque anni di lavoro.
A meno di ventiquattr’ore dalla diramazione delle convocazioni olimpiche da parte della direttrice tecnica nazionale Emanuela Maccarani, che ha confermato in Giappone le ginnaste capaci di conquistare i due posti (non nominativi) per l’Italia, vale a dire Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri, Spela Dragas, l’allenatrice slovena che affianca da sempre l’aviere dell’Aeronautica Militare, sta preparando le valigie per andare a Desio dove si terrà la fase conclusiva della preparazione.
Anche lei ha vissuto una qualificazione al limite del drammatico, con tre atlete (l’emergente Sofia Raffaeli a completare il triangolo) che si sono battagliate per settimane a suon di esercizi per conquistare la fiducia della dt Maccarani.
Da allenatrice si aspettava questa convocazione dopo le ultime prestazioni sottotono di Alex?
«Credo che se la sia guadagnata, dimostrando ad esempio di poter vincere un oro alla palla nella World Cup di Baku a maggio, unica italiana a riuscirci quest’anno. Certo che questa sua recente crisi di fiducia ha messo tutto un po’ a repentaglio».
Cosa è successo?
«Tutto è iniziato alla World Cup di Pesaro, quando Alex è incappata in un fuori pedana nell’esercizio al cerchio. Da lì ha iniziato a perdere fiducia in sé stessa e più dubitava di sé più le cose si complicavano».
Gli esercizi che avete modificato più volte in questi mesi funzionano?
« Assolutamente, tutti adorano il suo programma che è molto competitivo e non appena riesce a trovare equilibrio e stabilità a livello psicologico ottiene punteggi altissimi. Alex è anche in buona salute, non stava così bene fisicamente dall’estate del 2019. Ora deve trovare il giusto status mentale che le consenta di credere di nuovo in sé».
Come si allena questo aspetto?
«Alex viene seguita dallo psicologo dello sport e mental coach Mauro Gatti, che collabora con le squadre nazionali di ginnastica e di scherma. Anche io mi relaziono con lui, ovviamente in maniera separata rispetto ad Alexandra, per cercare di aiutarla a esprimersi al meglio. Deve credere di potercela fare, tutto dipenderà da questo elemento».
Viene da un inverno comunque difficile.
«Certo, ma credo che a questo punto non si debba più parlare del Covid che ha avuto, o del recupero o della preparazione fisica. Abbiamo già visto che lei c’è».
Niente gare internazionali per l’Italia fino a Tokyo?
«L’emergenza Covid non è finita ed è importante essere attenti. Per questo la nazionale italiana ha deciso di non partecipare alla World Cup di Mosca. Verrà organizzato però, un incontro on line federale con altre due o tre nazioni».
Per lei cosa significa andare a Tokyo?
«Più che partecipare a un’Olimpiade, cosa che ho già fatto, sono contenta di aver preparato un’atleta, di aver contribuito alla costruzione dell’immagine della ginnasta olimpica Agiurgiuculese partendo da zero, di aver seguito la sua evoluzione e di averla aiutata a realizzare il suo sogno a cinque cerchi. Alex è stata sempre curata da me e dallo staff dell’Asu Udine e di questo sono orgogliosa. È stato come creare un capolavoro».
Dove potrà arrivare Alex a Tokyo?
«Se la testa è a posto e se condurrà un buon all round senza errori allora ha la possibilità di accedere alla finale. Non si tratta di un’utopia, basti pensare che negli ultimi tre mondiali è sempre riuscita a entrare nella top ten. Le risorse ci sono, guardate cosa ha saputo fare una certa Federica Pellegrini…».