L’ultimo saluto degli amici al “compagno” Antonio con falce e martello sull’epigrafe
CODROIPO. La fede può essere di tanti tipi, da quella religiosa a quella basata sul credo politico, sull’ideale che ha ispirato una vita. Deve essere stata questa la considerazione per cui gli amici di Antonio Di Camillo, mancato a 83 anni per un malore improvviso a Codroipo nella sua abitazione, hanno voluto che sull'annuncio della morte figurassero falce e martello.
L’epigrafe, di cui risultano autori «amici e compagni», è stata notata nelle bacheche della città e i sorpresi residenti hanno avviato confronto, sui social, su tale scelta.
Di Camillo, determinato nelle sue idee simbolicamente sottolineate anche nella mesta circostanza, non era molto conosciuto a Codroipo, almeno non negli ambienti politici. Originario di Pescara, abitava in città da alcuni decenni.
Aveva lavorato in edilizia e frequentava alcune famiglie codroipesi con cui era in amicizia; gli piaceva cucinare e faceva onore quando si preparava per lui. Chi lo ha conosciuto lo descrive come «una persona di intelligenza straordinaria, integerrimo, coerente ai principi di giustizia sociale che annunciava; in particolare gli piaceva confrontare le proprie idee discutendo con i giovani».
L’83enne era malato da tempo, ma viveva in modo autonomo nella sua casa di via Roma. Evidentemente le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate e si è spento senza chiedere aiuto. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per far entrare in casa il personale sanitario del 118, accorso nel tentativo di rianimarlo. Ma nulla si è potuto.
Sul posto sopralluoghi dei carabinieri e dell’autorità medica giudiziaria, che ha confermato il decesso dell’83enne per cause naturali. L’addio ad Antonio è stato in forma privata laica, nella sala mortuaria dell’Asp Moro. Di Camillo sarà ricordato anche per il simbolo di fede comunista impresso sul manifesto di commiato. —
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