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Июль
2021

Il cugino di Saman vuole essere scarcerato

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NOVELLARA. Il cugino di Saman – Ikram Ijaz – si professa innocente, dice di non c’entrare nulla con la scomparsa della giovane parente e vuole essere scarcerato.

È questo il senso del ricorso presentato dal 28enne al Riesame di Bologna attraverso gli avvocati difensori Noris Bucchi e Luigi Scarcella. Già fissata l’udienza: venerdì mattina. Non è ancora chiaro se l’udienza si terrà in presenza o in videocollegamento. Nel ricorso al Riesame viene chiesta la revoca della misura cautelare, oppure la sostituzione della misura restrittiva con una meno afflittiva. Sul punto i due difensori – contattati dalla Gazzetta – non hanno voluto però rilasciare dichiarazioni. Solitamente il Riesame non prende subito una decisione, tecnicamente “si riserva” e a seconda della complessità della vicenda il verdetto arriva dopo ore od alcuni giorni. Vedremo, comunque, venerdì come si evolverà la questione sul piano giudiziario. Sono pesantissime le accuse che hanno portato il bracciante pakistano al suo arresto (l’unico effettuato, gli altri quattro indagati sono latitanti) per il sequestro, uccisione e occultamento del cadavere della giovane cugina Saman Abbas, da due mesi scomparsa nel nulla e ritenuta ammazzata dagli inquirenti, al culmine di un allucinante complotto familiare, perché si era opposta al matrimonio combinato in Pakistan.

L’11 giugno – una volta estradato dalla Francia – Ijaz si era limitato a dichiarazioni spontanee innocentiste. Poi il 2 luglio ha voluto raccontare la sua verità agli inquirenti (la pm Laura Galli che coordina le indagini dei carabinieri) in un lungo interrogatorio in carcere. Domande e sottolineature si sarebbero accentrate su alcuni aspetti che poggiano non solo sui video estratti dalle telecamere di videosorveglianza dell’azienda agricola di Novellara, ma soprattutto sulle parole accusatrici del fratello di Saman che tira dentro a questa storiaccia i genitori, lo zio Danish Hasnain e i due cugini (l’altro è Nomanulhaq Nomanulhaq). Nelle immagini del 29 aprile si vedono tre uomini (lo zio e i due cugini) che alle 19.33 (quindi fuori dall’orario di lavoro) si dirigono verso i campi (dietro al capannone) con appresso un’attrezzatura inquietante (vanghe, un piede di porco, un sacco azzurro). Per chi indaga sono i preparativi di un delitto che ha la sepoltura come obiettivo per nascondere il cadavere. Ijaz non ha aveva nulla in mano e, a suo dire, si sarebbero poi separati, il che gli avrebbe impedito di sapere dove fossero andati gli altri due. Lui quella sera avrebbe fatto un lavoro in azienda. Il trio ricompare nelle immagini oltre due ore dopo, il che è a dir poco sospetto, anche perché ai titolari dell’azienda agricola non risultano questi lavori. Poi la terribile notte fra il 30 aprile e il primo maggio, nel racconto del fratello di Saman: la sorella cerca di andarsene da casa, i genitori chiamano lo zio Danish che blocca e poi strangola la ragazza, facendone sparire il corpo con l’aiuto di Ijaz e Nomanulhaq. L’arrestato nega di essersi mosso da casa quella notte («Dormivo») e di non sapere nulla dell’omicidio e men che meno del destino della cugina. Ma allora perché il 7 maggio è scappato da Novellara con il cugino? In quel fuggi fuggi generale (prima gli Abbas, poi lo zio e il fratello di Saman) lui e il cugino avrebbero sentito puzza di bruciato, da qui la drastica decisione di fuggire in Francia, dove si sarebbero divisi. Ma lui non andrà lontano. —

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