Sudan, l’imprenditore veneziano Zennaro prosciolto dalla seconda accusa

VENEZIA. L’imprenditore veneziano Marco Zennaro è stato prosciolto anche dalla seconda accusa penale (come già avvenuto per la prima) nel contenzioso su una commessa di trasformatori, che da tre mesi lo vede in balia della giustizia sudanese: prima in carcere, ora agli arresti in un albergo della capitale.

Della nuova, positiva buona notizia dà notizia il deputato veneziano pd Nicola Pellicani, che segue la vicenda dall’inizio: “Marco Zennaro deve tornare subito in Italia, non c’è alcuna ragione perché resti un giorno in più in Sudan. Mi auguro che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si attivi subito con le autorità locali, per concordare il rientro”, dice il deputato veneziano, “il giudice penale ha fatto cadere anche la seconda accusa mossa da una denuncia contro Marco Zennaro: resta solo un contenzioso civile,  finalmente una buona notizia”.

“Oggi è stato chiuso positivamente anche il secondo procedimento penale”, prosegue Pellicani, “Per uno dei due contenziosi civili è già stata versata una cauzione; per quella ancora aperta è stata già pagata una penale (sebbene non dovuta) e gli acquirenti sudanesi sono ancora in possesso della fornitura di trasformatori che ora, in ragione dell’aumento delle materie prima, vale il doppio rispetto al momento dell’acquisto. Adesso Marco va liberato e deve tornare subito in Italia: Venezia lo aspetta.  Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenga subito”.

Sin dall’inizio di questa drammatica vicenda, la famiglia e gli amici di Marco Zennaro hanno ricevuto il sostegno di migliaia di veneziani, che si sono mobilitati spontaneamente con cortei acquei, petizioni, maratone di voga, realizzando grandi striscioni appesi in città: “Marco a casa, subito”