Pavone, chiesa di San Grato: ecco gli affreschi del ´400
PAVONE CANAVESE
Sono stati inaugurati i lavori di restauro della chiesa di San Grato di Pavone e degli affreschi in essa contenuti, l’occasione per l’evento è stato quello della festa del santo.
Si tratta di affreschi risalenti al 1424 ed eseguiti da Giacomo da Ivrea. L’opera di restauro è stata a carico dello Studio Cinzia Avanzi. Avanzi è una rinomata restauratrice di Romano Canavese con alle spalle un’esperienza ventennale di opere restaurate in provincia di Biella, Vercelli, a Torino e in tante chiese del Canavese. Per l’occasione si è celebrata la funzione religiosa dal parroco don Giuseppe Dorma, con la partecipazione di numerosi fedeli e dell'amministrazione comunale.
Per l’evento è stata fondamentale la collaborazione del gruppo del “Monte Bramoso” che gestisce la chiesetta e che cura le funzioni religiose. Il restauro e la cura della chiesa di San Grato e dell’area circostante fanno parte di un più ampio progetto di valorizzazione dell’area della Paraj Auta. La Paraj Auta è una modesta elevazione (arriva a 354 metri di altezza), che si trova fra i Comuni di Pavone Canavese e Ivrea.
È un promontorio costituito da quattro rilievi principali (Brich San Grato, Brich Bonfurnera, Brich Appareglio e Monte della Banche) dai quali si può osservare l’arco morenico di Ivrea e parte della sottostante pianura canavesana. Una delle colline ospita la chiesa di San Grato, immersa nel verde e nei vigneti si arriva comodamente da due sentieri. Il primo parte dal parcheggio sottostante e arriva al castello medioevale di Pavone, mentre l’altro arriva dal centro paese e sale verso il “brich”, la collina, percorrendo la Via Crucis fino alla chiesetta.
Per quanto riguarda la chiesa, invece, si sa che nel 1585 ci fu un pellegrinaggio della comunità locale che si affidandosi a San Grato implorava la cessazione della peste. La cappella e anche il culto di San Grato, taumaturgo, a Pavone sono antichissimi e si ritiene che rappresentino l’opera di evangelizzazione della Chiesa verso la popolazione locale. In origine l’unica navata era dotata di due campate a cui ne fu aggiunta un’altra nel XVII secolo, mentre nel secolo successivo fu edificato il campanile. La cappella viene descritta nel 1731 dal Curato di Pavone e viene indicato che, attigua alla cappella, a nord-est, c’è una casa con quattro stanze e due “crotte” (cantine).
Questo edificio era abitato dal romito al quale era delegata la cura della chiesa e la coltivazione del vigneto e dei boschi attigui. La facciata della chiesa è barocca intonacata, l’abside è esternamente rettangolare, in pietra a vista come le pareti laterali. All’interno sono conservati l’affresco oggetto del restauro del 1424, opera di “Jacobus pictor civis Yporegie”, Giacomino da Ivrea con ai lati dell’altare le figure di san Pietro con la chiave del Paradiso e di sant’Andrea con la croce omonima (patroni di Pavone). La cappella di San Grato conserva inoltre affreschi e dipinti di epoca più tarda, di buona fattura. —