L’ottimismo di Confindustria Canavese: «Le premesse per la ripresa ci sono tutte». Bene meccanica, farmaceutica e biotech
AGLIÈ . «Fare previsioni per il futuro è difficile, ma c’è un presente da cui ripartire per procedere speditamente». Lo ha detto Patrizia Paglia, presidente di Confindustria Canavese, ieri, giovedì 16, nel salone polifunzionale di Agliè, durante l’assemblea degli imprenditori, che è tornata a incontrarsi in presenza (e in streaming) dopo i quasi due anni di pandemia. L’incipit di Paglia ricalca il titolo dell’assemblea “Messaggi dal futuro: studiare il presente per costruire il nostro domani”, cominciata dopo i saluti del governatore del Piemonte Alberto Cirio, collegato dall’auto che lo stava portando al salone di Genova e proseguita con i brevi interventi di Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte e di Luigi Gubitosi, vice presidente nazionale di Confindustria.
«Per ripartire non servono i soldi del reddito di cittadinanza – ha detto il presidente Cirio nel suo intervento - ma i soldi dati alle imprese. Quelli del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) sono l’ultima grande occasione che avremmo per far ripartire l’economia del Piemonte con questa quantità e qualità. La politica quindi deve mostrarsi concreta ed agire subito sulle riforme: in primis dobbiamo abbattere la “bestia nera” della burocrazia».
La relazione
Quello di Patrizia Paglia è stato quasi uno studio di macro economia ed è servita ad inquadrare bene, con dati aggiornati, la situazione generale dell’economia in Italia e in Europa, in cui ovviamente s’inserisce anche il Canavese che guarda al futuro con ottimismo. «Abbiamo nel nostro territorio aziende eccellentissime - ha sottolineato Paglia - segmentate su molti settori che trainano l’economia locale e nazionale. Le aziende del settore meccanico, protagoniste di una ripresa senza precedenti, le aziende del settore farmaceutico e biotech, che impiegano in Canavese oltre 600 addetti e che sono in continua crescita. Ed ancora le aziende Ict, creatrici di tecnologie d’avanguardia per la nuova manifattura digitale e quelle del settore automotive, protagoniste, talvolta generatrici, dei cambiamenti legati alla mobilità elettrica».
«Ci sono poi settori, come quello turistico che devono lottare per agganciare la ripresa - ha proseguito la presidente di Confindustria Canavese - ma sono certa che anche per loro si apriranno presto nuove opportunità. In questo quadro assai variegato del nostro Canavese emergono energie pronte ad essere liberate che devono saper cogliere le opportunità del Pnrr».
I Progetti
«Nel nostro territorio -ha ricordato la presidente agli soci di Confindustria Canavese - ci sono alcuni progetti ad alta potenzialità (la gigafactory di Scarmagno) che stanno prendendo vita e dei quali siamo estremamente fieri e orgogliosi, nutrendo grandi aspettative. Il fatto che al Canavese guardino alcuni grandi investitori che rappresentano imprese, istituzioni e centri di eccellenza che produrranno prodotti e servizi del futuro, non può che lusingarci e portarci a riflettere che spazi, competenze, entusiasmo, proattività tipiche del nostro territorio, (ma anche il nostro stile di vita e le modalità di fare relazione) sono apprezzati e condivisi».
I quattro driver
L’analisi di Paglia poi entra nel tecnico. «Per fare bene dobbiamo essere concentrati su quattro motori principali della trasformazione in corso - ha argomentato la presidente -. La sfida demografica: l’80% delle persone al di sopra dei 65 anni vive nelle 20 economie maggiormente sviluppate e che insieme producono l’85% del Pil mondiale. Il numero degli over 65 da 674 milioni del 2018 raggiungerà nel 2030 il miliardo, vale a dire che ogni 10 abitanti del mondo ci sarà 1 over 65 e nel 2050 il rapporto sarà di 1 65enne ogni 6 abitanti: chi terrà vivo il mondo del lavoro e chi sosterrà il sistema pensionistico? E poi le nuove forme di globalizzazione: nel quadro di incertezza che caratterizza le catene globali del valore, si evidenzia una tendenza all’accorciamento su scala regionale delle filiere di produzione. Perdono di importanza le motivazioni di costo mentre diventano centrali i temi della sicurezza e della disponibilità degli stock; gli scambi delle imprese si concentrano all’interno di macroaree, in particolare in Europa, alimentando una catena di valore continentale».
Le sfide ambientali sono per Confindustria Canavese un altro driver di trasformazione dell’industria e rappresentano un nuovo paradigma di economia circolare. Lydia Massia