Boom occhialeria ma la manodopera è insufficiente: patto tra sindacati e imprenditori per il futuro
BELLUNO. Si sta confermando la crescita del 20% nelle occhialerie bellunesi (e non solo). Tante aziende cercano lavoratori ma non li trovano; c’è chi ipotizza, al momento, una necessità di almeno 500 persone. Ed ecco che gran parte degli impianti sono costretti allo straordinario. È in questo contesto che matura il Patto territoriale per l’occhialeria, che rappresenta qualcosa di unico e di innovativo a livello nazionale. È stato sottoscritto fra Confindustria, Confartigianato, Appia Cna, Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di categoria.
L’accordo prende le mosse dall’analisi dei cambiamenti che stanno interessando l’occhialeria, in primis la trasformazione digitale e la nascita di nuovi player. Alla richiesta di attrattività delle aziende, in particolare nei confronti dei giovani, si contrappone il tema della collocazione e ricollocazione del personale over 50 e di quello femminile. Allo stesso tempo, la ricerca di personale con competenze nuove o diverse da quelle ad oggi più diffuse si accompagna al necessario adeguamento quelle esistenti, così come al tema della flessibilità imposta dal mercato (dagli orari alle competenze, all’approccio al mercato stesso) si affiancano le istanze proprie della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Sullo sfondo, due problemi che da sempre condizionano e rischiano di pregiudicare la competitività del territorio e, di riflesso, dell’intero sistema economico bellunese: l’inadeguatezza delle infrastrutture e lo spopolamento.
Il primo obiettivo sarà quello di attirare giovani nel Bellunese perché entrino nelle occhialerie, se la ripresa diventerà strutturale. Si è parlato addirittura di un campus formativo, dove accoglierli e prepararli professionalmente, e poi di disponibilità a individuare residenze vicine alle industrie o alle botteghe artigianali per agevolare il loro radicamento.
«Se già oggi manca personale, e i giovani preferiscono ritornare all’attività turistica, domani», rileva il sindacalista Nicola Brancher, «in presenza di un consolidamento strutturale del settore e delle necessità poste dal turnover, resteranno scoperti migliaia di posti di lavoro.
«Il protocollo è stato sottoscritto in un momento particolarmente favorevole per il settore dell’occhialeria, tanto che non sono poche le aziende che registrano percentuali di crescita significative e che cercano, e spesso non trovano, personale», ammette Lorraine Berton, presidente di Confindustria Dolomiti. «In questa fase, però, è fondamentale creare le condizioni affinché questo rimbalzo diventi una crescita strutturale: ciò dipenderà, in buona parte, da come saranno spese le ingenti risorse del Pnrr e dall’incisività delle riforme che il governo deve attuare. Crescita del capitale umano attraverso la formazione, innovazione, infrastrutture: sono alcuni dei temi fondamentali che trovano spazio anche nel Patto per l’occhialeria, punto di partenza – tira le somme la presidente degli industriali – per iniziative concrete che devono andare a vantaggio delle imprese e dei lavoratori e quindi del territorio nel suo insieme» .
Il patto, sottolineano da Confindustria, esprime la necessità di mettere a sistema le eccellenze e le iniziative che sono già state avviate sul territorio, Luiss business school, Its meccatronico, ovviamente Politecnico dell’occhialeria e digital innovation hub di Feltre. Centrali le azioni per le donne, a partire dalle questioni che riguardano la parità dell’accesso al mondo del lavoro e del livellamento delle buste paga verso quelle dei colleghi maschi.
Da queste riflessioni nasce, appunto, il “Patto territoriale per l’occhialeria”, un documento con obiettivi precisi e un approccio pragmatico, che si prefigge di avviare il confronto fra le parti su nove temi.
Grande poi l’attenzione alla conciliazione vita-lavoro, che riveste «un interesse trasversale nei confronti sia del personale già impiegato, che di quello che si vuole attrarre».