Covid e gravidanza, perché le donne incinte sono più a rischio ricovero: tutti i numeri del Veneto e i consigli degli esperti
Sei donne incinte non vaccinate ricoverate a Padova e Treviso in sette giorni. Il caso limite di una donna in gravidanza cui è stata negata la vaccinazione. Dai ginecologi veneti alla luce degli studi più recenti arriva l’appello alla vaccinazione: ecco tutti i dati e il parere degli esperti
PADOVA. Tre donne incinte ricoverate per Covid a Treviso. Due hanno subito la stessa sorte a Padova. Tutto nell’arco di una manciata di giorni, a metà settembre.
A Venezia invece una futura mamma è salita agli onori della cronaca perché, per converso, si è sentita dire no alla vaccinazione anti Covid perché il suo ginecologo non aveva dato il nullaosta all’immunizzazione.
La gravidanza, si sa, per una donna è un periodo delicatissimo. La paura prende spesso prende il sopravvento. L’istinto di protezione nei confronti del nascituro è talmente forte che fa dimenticare se stesse, compreso il pericolo – presente – di contrarre il Covid 19 in forma grave.
Dopo un primo periodo di confusione sul fare o non fare il vaccino, giunge forte e chiaro il monito di ginecologi e medici di ogni ordine e grado: “Vaccinatevi, senza se e senza ma”.
Perché? Da una parte uno studio su 90 mila donne ha dimostrato che il vaccino anti Covid a Rna è sicuro ed efficace, dall’altro invece altri studi hanno inserito le future mamme nelle fasce a rischio di contrarre il coronavirus in forma grave, il rischio di finire in Rianimazione raddoppia, sopratutto nella seconda metà della gestazione.
L’ultimo monito in ordine di tempo arriva da una notissima ginecologa veneta, Maria Teresa Gervasi, direttore dell’Unita' Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’azienda ospedaliera di Padova, nonché storica responsabile dell’ambulatorio di terzo livello riservato alle gravidanze a rischio.
«Il vaccino durante la gravidanza non comporta danni, a confermarlo è uno studio effettuato su 90mila donne in stato interessante che si sono immunizzate: non è stato infatti rilevato un aumento di aborti, malformazioni, parti prematuri o ipertensione, problematiche invece accentuate per le donne colpite da Coronavirus».
A questa dichiarazione fa seguito l’annuncio che proprio a Padova sarà aperto in ospedale un mini-centro vaccinale per le donne in gravidanza che vogliono vaccinarsi.
I RICOVERI
«Nel 2020 abbiamo ricoverato a Padova 84 donne in gravidanza positive al Covid, e 45 solo nei primi 8 mesi di quest’anno» ha spiegato Maria Teresa Gervasi, «di cui 7 con polmonite interstiziale e 5 che sono finite in Terapia intensiva. Purtroppo sono pochissime le donne che aspettano un bambino che si vaccinano perché fino ad agosto non c’erano studi sugli effetti del vaccino su questi soggetti. Ora però ci sono e ci dicono che i vaccini sono sicuri tanto per le donne quanto per i bambini».
A Padova nella seconda settimana di settembre sono state ricoverate tre donne in gravidanza, due in terapia intensiva e una agli Infettivi. Stessa situazione anche a Treviso: tre donne in gravidanza, tutte non vaccinate, sono state ricoverate per Covid all’ospedale Ca’ Foncello. Preoccupano, in particolare, le condizioni di due di loro che si trovano in terapia intensiva, mentre la terza donna è in fase di recupero: è uscita dalla Rianimazione ed è stata accolta in Pneumologia.
In rianimazione Covid si trovano due 30enni di origine marocchina che hanno contratto il virus nel contesto familiare. «Una è alla 20esima settimana e una alla 27esima settimana di gestazione. In particolare, quest’ultima è arrivata al Pronto soccorso di Treviso con difficoltà respiratorie importanti», ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.
In miglioramento sono invece le condizioni della gestante alla 28esima settimana. «Inizialmente è stata ricoverata in terapia intensiva, ora che la fase acuta dell’infezione da Covid è passata e la paziente è stata trasferita in Pneumologia, per continuare a seguire il suo decorso clinico e il recupero» ha commentato il manager.
Da Benazzi arriva l’appello alla vaccinazione: «L’esperienza accumulata in questi mesi di campagna vaccinale, unita ai dati preclinici, mostra chiaramente come i vaccini a mRNA (quali Pfizer e Moderna) siano assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano. Non esistono controindicazioni diverse dal resto della popolazione alla vaccinazione e il vaccino non influisce sulla fertilità della donna, né vi è alcun motivo per rimandare una gravidanza»
Eppure nel momento in cui sei donne solo a Padova e Treviso sono state ricoverate, da Venezia giunge una storia limite: una donna si è sentita rifiutare la vaccinazione perché sprovvista di un certificato del suo ginecologo, un nullaosta per l’iniezione
IL CASO VENEZIA
il 7 settembre al centro vaccinale di piazzale Roma, a Venezia, una donna al terzo trimestre di gravidanza si è sentita negare l’anti-Covid da uno dei medici in servizio, che l’ha esortata a farsi prima rilasciare dal ginecologo di fiducia un’attestazione di buona salute sia sua che del feto.
Un fatto su cui l’Usl 3 Serenissima ha chiarito in tempo zero: «Tale richiesta è il frutto della decisione arbitraria di un medico, che ha agito di propria iniziativa. Già 6 giorni fa, cioè giovedì 9, il medico è stato richiamato formalmente al rispetto delle linee guida delle società scientifiche, senza richiedere quindi ulteriori certificazioni.
L’azienda, peraltro, ha provveduto alla vaccinazione dell’interessata, che è avvenuta lunedì 13». Un caso limite che però non fa che instillare il tarlo del dubbio nella mente e nel cuore delle donne in gravidanza.
I RISCHI DEL COVID IN GRAVIDANZA
E’ sempre Maria Teresa Gervasi a spiegare il motivo per cui le donne incinte devono vaccinarsi: «L’infezione nella donna gravida ha effetti più gravi tanto da raddoppiare il rischio di finire in Terapia intensiva perché ha una risposta immunitaria inferiore e l’aumentata frequenza cardiaca richiede più ossigeno».
«Inoltre» continua Gervasi, «raddoppiano i parti prematuri - dal 6 al 13% - così come il rischio di aborto. Parto prematuro o altre complicazioni causate dal Covid condizionano non solo la mamma ma anche il neonato. Queste situazioni vanno evitate e per questo è necessario vaccinarsi».
L’ASSOCIAZIONE GINECOLOGI DELVENETO
«C’è un decreto ministeriale del mese di luglio che dice che in gravidanza e allattamento non ci sono controindicazioni per quanto riguarda il vaccino anti Covid. Non solo. C’è un documento del 20 agosto del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 6 Euganea che è andato anche oltre, fornendo indicazioni ben precise», spiega la dottoressa Antonella Agnello, consigliere nazionale e referente Ageo (Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri) per il Veneto.
PER APPROFONDIRE I ginecologi veneti: «Donne in gravidanza, vaccino per tutte» (Qui l’articolo per la Nuova Venezia, qui per la tribuna di Treviso, qui per il Corriere delle Alpi)
“Il vaccino si può fare a partire dal primo trimestre per tutte le donne, tranne chiaramente per quelle che per motivi di salute non possono essere vaccinate. L’unica indicazione è che va fatto a distanza di quindici giorni dalla vaccinazione trivalente”, continua Agnello, che si impegna ad allineare alle nuove direttive i ginecologi Ageo: «Come referente Ageo per il Veneto cercherò, magari con una circolare, di far sì che questa linea arrivi a tutti i ginecologi. Vaccinarsi per le donne in gravidanza e in allattamento è molto importante. Negli Stati Uniti hanno vaccinato contro il Covid più di 120 mila donne gravide e non ci sono dati preoccupanti per loro o per i loro bambini. E poi partendo dal presupposto che alle donne in gravidanza facciamo il vaccino per l’influenza e il trivalente, non dobbiamo temere neppure per questo»