Sospesa la chirurgia vascolare a Tolmezzo. L’azienda: attività ridotta per ferie
TOLMEZZO. Aumentano le lamentele per la sospensione, da un anno, del Servizio di Chirurgia vascolare (nel reparto di Chirurgia generale) all’ospedale di Tolmezzo: i pazienti dell’Alto Friuli sono dirottati a Udine, con disagi per loro, le rispettive famiglie e la loro condizione.
Le segnalazioni provengono da vari paesi della Carnia (il servizio trattava 200 pazienti l’anno, con circa 300 procedure più le visite e in un territorio che soffre molto di patologie vascolari gravi), come quella di una signora di Enemonzo di 70 anni costretta (per un intervento analogo a un altro subito con successo in precedenza a Tolmezzo) a recarsi al nosocomio di Udine senza però avere la possibilità di spostarsi.
Aveva tentato di ottenere la prestazione anche questa volta a Tolmezzo, invano: il marito, più anziano, non se la sente più di guidare fino a Udine. «Io – racconta – dovrò prendermi una persona, pagandola, perché mi porti a Udine tre volte (la visita, il pre-ricovero e il ricovero) e poi a casa? Ma nessuno si pensa a queste cose?».
«È un problema che conosco e che è reale – afferma il sindaco di Prato Carnico, Erica Gonano. Mi ha toccato in famiglia: anche noi abbiamo dovuto fare le corse a Udine e mi rendo ben conto che per le persone sprovviste di rete familiare o che non sono nelle condizioni di potersi recare autonomamente è un disagio importante. E rischia di far sì che tante persone rinuncino alle cure.
Questa è la cosa più drammatica. Vanno trovate risposte per riportare in loco il servizio che c’era prima (nessuno insomma chiede operazioni a cuore aperto). Su un territorio così vasto e che si contraddistingue per il suo brutto primato del numero di anni di vita persi (da noi si muore di più perché mediamente si va in ospedale troppo tardi), si trovi una risposta nell’ambito dell’azienda sanitaria al problema».
Il sindaco di Paluzza, Massimo Mentil, segretario del Pd dell’Alto Friuli, osserva: «L’azienda sanitaria vasta, che va da Varmo a Sappada, ha individuato la centralità dell’ospedale di Udine. L’organizzazione però deve adeguarsi ai bisogni dei pazienti e non viceversa. Si devono considerare distanze, difficoltà nei trasporti, fragilità delle persone con patologie vascolari e territorio montano a cui va data una risposta: va garantita anche all’ospedale di Tolmezzo la presenza in loco del servizio».
Anche il sindaco di Ovaro, Lino Not, riferisce segnalazioni preoccupate di concittadini. Il consigliere comunale tolmezzino Valter Marcon ricorda: «Ho fatto un’interrogazione mesi fa proprio lamentando che col Covid troppi servizi erano stati annullati e non è giusto. È drammatico che in altri ospedali abbiano ripreso l’attività e qui debba essere tutto sempre secondario. Persone di una certa età o con difficoltà motoria o condizioni particolari non possono sobbarcarsi anche il disagio di recarsi altrove per ricevere cure che potevano trovare anche qui».
Il sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo assicura: «Attiveremo un confronto con la direzione aziendale e l’assessorato regionale per assicurare il mantenimento di livelli di cura ed erogazione di servizi necessari alla nostra montagna».
«Nell’organizzazione aziendale – spiega il direttore generale dell’Asufc, Denis Caporale – che sconta anche la necessità di far godere le ferie al personale sanitario, alcune attività sono state concentrate su alcuni presidi ospedalieri, per cui le stesse vengono garantite, ma non sempre in prossimità della residenza dei pazienti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA