Vide l’amico precipitare e morire, un anno dopo scala quella stessa cima per ricordarlo
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foto da Quotidiani locali
TOLMEZZO. Due fratelli, anche se il legame di sangue è solo metaforico. Sempre assieme da ragazzini, poi lontani e di nuovo uno accanto all’altro da adulti, per condividere una passione comune: la montagna. Insieme sulle cime fino al dramma, la caduta mortale che ha spezzato un’amicizia indissolubile, al punto che li ha riuniti un anno dopo, con una targa nata dalle emozioni dei ricordi in comune. Fausto Scarsini, 64 anni, il 10 agosto 2020 ha visto l’amico Tiziano Scarsini, ex carabiniere di 62 anni, precipitare dalla roccia sullo spigolo nord ovest del monte Sernio. In un istante tutto è cambiato: ma se il cuore si è lacerato, il loro rapporto non è stato scalfito.
Fausto, in compagnia del fratello di Tiziano, Daniele, e alcuni amici, è risalito su quella vetta e ha posizionato una targa sulla croce che saluta gli escursionisti. Si leggono pochi versi: «Mandi Tiziano, mandi frut. Il rumore dei tuoi passi persi per questo monte. Passi d’infanzia ci han visti correre per i campi in fiore. Era il 10 agosto 2020. Il tempo dell’umano destino s’è fermato col tuo sguardo rivolto al cielo. Eccoti… tra le nuvole soffici guardare il monte. I nostri sguardi lacrimosi e persi nel ricordo del tuo passo».
«Quello che è successo quel giorno non lo dimenticherò mai, le immagini degli ultimi minuti con Tiziano si ripresentano ogni giorno – racconta Fausto commosso –. Un attimo prima mi stava scattando una foto con il cellulare, a pochi metri di distanza, quello dopo ho visto la sua mano staccarsi dalla roccia e il suo corpo precipitare. La caduta di spalle, sullo zaino, poi lo sbalzo giù per oltre 500 metri. Non so come ho fatto a rimanere lucido: mi sono messo in sicurezza e ho chiamato i soccorsi, che si sono subito attivati. Purtroppo però sentivo dentro di me che non c’era più nulla da fare».
Poi la mente torna all’infanzia, quelle giornate trascorse a divertirsi insieme. «Restano però indelebili nel cuore e nella mente i momenti vissuti con lui, un tempo che mi ha segnato – aggiunge Fausto – Era un’amicizia nata da bambini, a Illegio, dove le nostre famiglie abitavano una accanto all’altra. Le marachelle, i giochi in cortile dalla mattina alla sera, siamo cresciuti assieme. Poi lui ha proseguito la sua vita nell’Arma dei Carabinieri, io nella Guardia di Finanza a Mantova, dove mi sono trasferito nel 1982».
I due, in realtà, non si sono mai davvero persi. L’estate era la stagione del ritrovarsi al paese, quel borgo montano che li ha fatti conoscere. E quando è arrivato il tempo del congedo i due amici si sono concessi nuovi momenti insieme. «La montagna era una passione comune. Quel giorno ci eravamo organizzati per festeggiare la nostra amicizia, dovevamo passare la notte sulla cima a raccontarci e a ricordare la gioventù – conclude Fausto –. Purtroppo quella montagna tanto amata, e su cui lui si muoveva da escursionista esperto qual era, ci ha divisi ancora: so, però, che lui da lassù continua a guardarmi insieme alle nostre madri».