La casa va in fiamme, anziana non riesce a salvarsi e muore. L’ultimo saluto a Liana: «Quando sono arrivata lì era l’inferno»
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Il racconto di Alma Demiras, la badante di Liana Comuzzi, morta a 70 anni: “Ci eravamo salutate venerdì pomeriggio. Mi aveva fatto una carezza e ci eravamo date appuntamento a lunedì”
Si erano salutate, con un abbraccio e una carezza, venerdì pomeriggio. Poi, il giorno dopo, la tragedia. Liana Comuzzi, 70 anni, ex infermiera in servizio all’ospedale Gervasutta di Udine e anche a Latisana, morta sabato pomeriggio in un incendio scoppiato, attorno alle 18.30, nella sua villetta a Villaverde di Fagagna, al civico 72 di via dei Carpini, dove viveva sola, da due anni trascorreva le sue giornate assieme alla badante, Alma Demiras, di origini albanesi e residente a Fagagna. Erano unite e affiatate.
«Liana era una donna tanto buona, quello che è successo è tremendo – racconta tra le lacrime Demiras –. Aveva un cuore grande. Mai avrei potuto anche solo immaginare una simile tragedia. Ci eravamo salutate venerdì pomeriggio. Io lavoravo da lei da lunedì a venerdì ma in caso di bisogno ero sempre disponibile. Mi aveva fatto una carezza e ci eravamo date appuntamento a lunedì. Sabato mi è arrivata la telefonata di una vicina. Sono corsa sul posto e ho trovato l’inferno. Non riesco a darmi pace». Alma Demiras aveva iniziato a lavorare per Liana Comuzzi nel 2019, quando l’anziana si era ammalata. «Sono sola in Italia e Liana è sempre stata un punto di riferimento. Mi trattava come una figlia. Era una persona piena di buoni sentimenti».
È scosso, anche l’ex marito dell’anziana, il commercialista Maurizio Alessio, alla guida della Cont-El di piazza Unità d’Italia. «È una tragedia – le sue parole –. Non me la sento di parlare. Il dolore è grande. Vorrei che quanto accaduto restasse in una dimensione privata». Liana Comuzzi lascia il fratello Elvino, che lavora come medico e che risiede a Padova, e quattro sorelle: Vania, che abita a Bertiolo, Daniela, residente a Feletto, Paola, che vive a Turriaco, e Nelia, di Lestizza. «Nonostante ognuna avesse la propria vita – il ricordo di Nelia – eravamo legate e ci volevamo bene. E’ un dramma che toglie il fiato». Vania Comuzzi, invece, sottolinea la passione della sorella per il suo lavoro. «È sempre stata un’ottima infermiera. Adorava la sua professione, che ha svolto con impegno e dedizione».
Sabato sera, a dare l’allarme sono stati i vicini. I soccorritori hanno trovato la settantenne sul pavimento della camera da letto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando di Udine e dei distaccamenti di San Daniele e Gemona (coordinati dal funzionario di turno, Valmore Venturini) e i carabinieri della Compagnia di Udine, guidati dal maggiore Romolo Mastrolia, assieme ai colleghi di San Daniele, comandati dal luogotenente Alfredo Scudeler. Le cause all’origine dell’incendio sarebbero di natura accidentale. Sono in corso accertamenti per comprendere che cosa abbia causato le fiamme. La casa e anche i contenitori di ossigeno liquido, che Liana Comuzzi utilizzava per l’ossigenoterapia, sono stati posti sotto sequestro. Tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella di un eventuale malfunzionamento di un contenitore di ossigeno. Le fiamme pare siano partite dalla camera, all’intero della quale c’era anche un fornelletto elettrico. «L’ossigenoterapia domiciliare – spiega il funzionario Venturini – richiede determinati accorgimenti, che devono essere osservati. Le cause del rogo, che al momento non conosciamo, sono certamente accidentali. Saranno effettuati gli opportuni accertamenti».