Mantova, ecco il catalogo dedicato alle opere di Bazzani della collezione Rimini
MANTOVA. Sabato alle 16 nella sala Pozzo del Museo Diocesano verrà presentato il volume “Giuseppe Bazzani, Mantova 1690-1769, la collezione di una vita…” Si tratta delle opere di Bazzani “dalla Collezione Cesare Rimini - Milano”, catalogo curato da Augusto Morari, edito da Publi Paolini, delle opere del più grande artista del Settecento mantovano, possedute dall’avvocato Rimini: 33 dipinti, vale a dire, per numero e qualità, la più rilevante raccolta di Bazzani al mondo.
Al Diocesano, insieme a Rimini e Morari interverrà il direttore del Museo mons. Roberto Brunelli. Quel “dalla Collezione” significa che l’avvocato Rimini - mantovano, da tempo a Milano dove è insigne matrimonialista - non tiene solo dei Bazzani ma anche tante altre opere di artisti famosi. Il volume che sarà presentato domani è un omaggio di Rimini a Bazzani e un gesto d’amore per Mantova, dove il pittore nacque e morì, trascorrendovi tutta la vita, durata quasi 79 anni.
Le sue opere, circa 350, sono sparse in molte chiese del nostro territorio e nei principali musei del mondo, a cominciare dal Louvre. Di Bazzani si sono occupati storici dell’arte come Nicola Ivanoff, Flavio Caroli, Chiara Perina, Renato Berzaghi e Stefano L’Occaso. «Collezionare significa entrare nel mondo dell’artista, conoscere il suo lavoro, le sue fasi di approfondimento, i passaggi compositivi e cromatici» scrive Morari in apertura di volume. Nelle pagine ammiriamo le opere, a cominciare dall’autoritratto di Bazzani. Cesare Rimini, nato a Mantova nel 1932, acquistò il suo primo quadro di Bazzani, tanti anni fa, da un vecchio antiquario che girava per Mantova «in bicicletta, pedalando con i piedi larghi a V».
Ha poi incrementato la sua collezione. Grazie alla generosità dell’avv. Rimini, il volume potrà essere acquistato in esclusiva durante la presentazione, e in seguito presso il Museo Diocesano: il ricavato delle vendite servirà per il restauro e la manutenzione delle opere di Bazzani conservate nel Museo. Ingresso libero al Diocesano fino a esaurimento posti, obbligo di green pass.