Anche in Italia un caso di licenziamenti in videochiamata
Una volta c’erano i posti di lavoro a chiamata: si rendeva necessario ricoprire una mansione e poi si individuavano le risorse che potevano svolgerla entro un tempo limitato. Oggi, si può dire, è il momento dei licenziamenti a chiamata. Sfruttando le piattaforme che, nei mesi più stringenti del lockdown – ma anche adesso, in regime di smartworking – rendono più agile il lavoro a distanza. E – evidentemente – offrono il fianco alla leggerezza con cui si comunicano delle decisioni cruciali per la vita di un essere umano. Aveva fatto scalpore il caso di Better.com, il cui amministratore delegato – in una chiamata con Zoom – aveva deciso il licenziamento per ben 900 persone. Una situazione che ha indignato i commentatori italiani, ma che veniva percepita comunque come un qualcosa di distante dalla nostra cultura. E invece, eccola qua la notizia che smentisce questa visione e che fa presente come tutto il mondo sia paese: Yazaki Italia, una multinazionale che produce cablature e che ha sede a Grugliasco, in provincia di Torino. I responsabili hanno licenziato tre persone (due nella provincia di Torino e un’altra nella provincia di Caserta, dove l’azienda ha un’altra filiale) utilizzando il servizio di comunicazione di Microsoft, Teams. Il tutto senza preavviso.
LEGGI ANCHE > Il CEO di Better.com licenzia 900 dipendenti su Zoom con l’accusa di «rubare uno stipendio immeritato»
Licenziamento via Teams nel Torinese: succede anche in Italia
I tre ex dipendenti, due uomini e una donna che è anche una rappresentante sindacale, hanno ricevuto la notizia separatamente, attraverso una chiamata via Teams. Nemmeno la delicatezza di comunicare la decisione di persona e soprattutto con un congruo preavviso. I rappresentanti sindacali che hanno commentato la vicenda hanno affermato che «non c’è stato il minimo dialogo, né un tentativo di ricollocamento per queste tre figure altamente professionalizzate». È bastata la videochiamata in Teams, insomma, nonostante qualche mese fa i dipendenti avessero chiesto chiarimenti sul futuro dell’azienda che, di contro, aveva mostrato dei piani che prevedevano dei buoni margini di crescita.
Il fenomeno del telelavoro – anche per il settore privato è stato trovato un accordo qualche giorno fa, stabilendo i 16 articoli per la disciplina dello smartworking – ha sicuramente caratterizzato questa fase storica. Ma il fatto che la comunicazione a distanza sia utilizzata sin troppo spesso anche per comunicare notizie ferali come quelle del licenziamento non può rappresentare una pratica da sdoganare.
L'articolo Anche in Italia un caso di licenziamenti in videochiamata proviene da Giornalettismo.