Letta a Lucca per placare le correnti Pd, ma i dem ora temono Del Ghingaro
LUCCA. Fermento, fibrillazione, ebollizione. Se un termometro vecchia maniera misurasse la temperatura del Pd lucchese in questo momento, probabilmente la colonnina del mercurio finirebbe per schizzare dall’asta di vetro. Fermento ce n’è da vendere. Intanto per l’arrivo – domani pomeriggio al cinema Centrale – del segretario nazionale Enrico Letta, dallo scorso ottobre tornato in Parlamento reduce dal grande risultato ottenuto alle suppletive nel collegio di Siena, dove ha corso e vinto nel segno dell’unità, staccando l’avversario di dodici punti. Per i dem lucchesi, la visita del leader è percepita come un grande riconoscimento a una città ex “bianca” conquistata dal centrosinistra che vi governa da quasi dieci anni. Ma in vista delle amministrative del 2022, il centrosinistra – in particolare il Pd – non è riuscito a esprimere un candidato unitario, ed è dovuto ricorrere alle primarie, alle quali si daranno battaglia due esponenti dem, oltre che colleghi di giunta da circa sette anni: il 19 dicembre infatti con le primarie si deciderà chi, fra gli assessori uscenti Francesco Raspini e Ilaria Vietina, sarà il candidato sindaco della coalizione (di cui fanno parte, oltre il Pd, Lucca Civica e Sinistra con, due liste che fanno parte dell’attuale maggioranza di governo a Lucca, Articolo 1, Popolari, Volt, Psi).
Letta arriva a Lucca in questo scenario: molti esponenti di spicco del Pd, tra cui il senatore Andrea Marcucci, hanno caldeggiato la sua venuta e il suo intervento.
La fibrillazione è da settimane pane quotidiano a Lucca in casa Pd. Due mesi fa le primarie erano solo un’ipotesi. Ma la corsa in solitudine (iniziata molto presto) di Raspini, commissario di polizia prestato alla politica, erede naturale di Alessandro Tambellini, come candidato sindaco è stata interrotta dalla discesa in campo di Ilaria Vietina, insegnante con la passione per la politica e con una grande forza nel mondo del volontariato.
Tra i due, lo scontro si annuncia all’insegna del fair play ma di sicuro senza esclusione di colpi. Raspini molto rivolto alla Lucca giovane (nel movimento che lo sostiene, Lucca Futura, sono molti i volti nuovi e soprattutto giovani) e agli abitanti delle frazioni, Vietina al mondo dell’associazionismo e della scuola. Il 19, alle primarie, la coalizione di centrosinistra (con l’appoggio esterno degli ambientalisti di Europa Verde) confida in una buona affluenza di votanti, prova provata del valore democratico di queste consultazioni.
E dopo le primarie? È qui che il Pd, con tutto il centrosinistra, va in ebollizione. Perché il suo candidato o la sua candidata indicati dalle primarie, potrebbero doversela vedere con un outsider che fa paura e si chiama Giorgio Del Ghingaro. Tributarista di professione, piglio deciso di chi fa quel che promette, dopo due mandati alla guida del Comune di Capannori, adesso è al secondo da sindaco di Viareggio, dove per due volte ha vinto le amministrative al primo turno. A Lucca, dove ha lo studio professionale e anche il cuore, lo vorrebbero tutti a fare il sindaco. Sembra che mesi fa sia stato corteggiato dallo stesso Pd (anche Marcucci non ha nascosto stima nei suoi confronti) ma che poi il flirt sia svanito. In compenso, a tirare per la giacca Del Ghingaro, adesso, sembra che siano politici di estrazione opposta, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, a liste civiche riconducibili sempre al centrodestra, e anche da Italia Viva e Azione di Calenda, dove ha grandi sostenitori. Ma lui non si è deciso: forse lo farà proprio dopo le primarie.
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