Jsw, Todde annuncia altri due mesi di ritardo per l’intesa con Invitalia
PIOMBINO. C’è un nuovo slittamento all’orizzonte per il completamento della due diligence di Jsw (cioè l’esame approfondito di tutti i vari aspetti della realtà aziendale), che da mesi è indicato come il preludio a un accordo per l’ingresso di Invitalia nel capitale della società guidata da Sajjan Jindal.
Lo ha spiegato ieri la viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, che in una nota diffusa alle agenzie di stampa, in vista del tavolo di confronto del prossimo 14 dicembre, ieri ha sostenuto di non esser «solita anticipare temi che giustamente vanno discussi al tavolo con tutte le parti», ricordando però che «Invitalia e Jsw Steel Italy hanno firmato il protocollo d’intesa per l’ingresso della società pubblica nel capitale delle acciaierie di Piombino», ma che «prima di arrivare al closing dell’operazione, e dunque alla definizione di un piano industriale condiviso fra Jsw Steel Italy e Invitalia ci sarà un periodo di due diligence che dovrebbe durare due mesi. Un percorso «che porterà alla definizione del valore del sito produttivo di Piombino – ha proseguito la viceministra – e dunque della cifra che Invitalia dovrà riconoscere a Jindal per l’ingresso nel capitale».
In realtà secondo quando annunciato in settembre da Todde al consiglio comunale straordinario del teatro Metropolitan, la due diligence avrebbe dovuto concludersi alla fine di novembre, e il tavolo del 14 dicembre era infatti stato immaginato come l’appuntamento per prendere atto del risultato conseguito.
E se fonti qualificate riferiscono di un lavoro di pressing da parte del governo sull’azienda, sarebbe Jsw ad avere sin qui ritardato le procedure e la fornitura di tutti i documenti necessari a Invitalia per arrivare all’accordo finale. Ritardi che sarebbero dovuti ancora alle incertezze sul piano industriale da parte dell’azienda ma pure alle fibrillazioni dei siderurgici del nord che fin qui hanno contribuito a frenare la redazione del piano nazionale della siderurgia più volte evocato dal ministro Giancarlo Giorgetti, lasciando nel dubbio rispetto alla collocazione di Piombino nel disegno complessivo del settore.
Così nella data del prossimo confronto la priorità sembra quella del rinnovo della cassa integrazione, in scadenza a gennaio, per il quale fin qui sono stati presi impegni che però vanno concretizzati.
Tanti dubbi a pochi giorni dal confronto al Mise arrivano anche dal coordinamento di “Amare Piombino” che si augura «notizie positive ma ci permettiamo di dubitare, considerando che oltre allo Stato, anche la proprietà dovrebbe fare la sua parte e in questi anni non ha mostrato la minima volontà di investire seriamente su Piombino».
“Amare Piombino” dunque, di fronte a un nulla di fatto ritiene «inammissibile un ulteriore rinvio di decisioni definitive, mentre occorre invece che il governo affronti Jsw a muso duro, mettendola di fronte a un bivio. La strada non può che essere, in assenza di qualsiasi volontà concreta della proprietà, quella della ricerca di un nuovo interlocutore privato, anche con l’entrata temporanea dello Stato nella proprietà. Contemporaneamente deve essere affrontato il tema delle aree in concessione o con diritto di prelazione da parte di Jsw, che devono rientrare nella disponibilità dell’Autorità portuale per cercare imprese interessate». E l’Accordo di programma «si potrebbe rivedere solo se si individuasse una prospettiva concreta di Jsw sulla parte siderurgica – sostiene “Amare Piombino” – per consentire al massimo in sei mesi a Piombino Logistics di presentare un piano per un hub logistico a servizio di nuove imprese non siderurgiche da insediare nel retroporto. Il Comune deve però svolgere un ruolo attivo per attivare queste soluzioni, non limitarsi ad assistere passivamente, atteggiamento cha da un po’ di tempo a questa parte ha assunto anche la Regione, nelle sue varie espressioni».