I partiti rinnegano la norma l’ha scritta il leghista Bagnai
Nessuno lo vuole (a parole), ma intanto tutti lo hanno approvato. Con 175 voti favorevoli e 13 contrari (nessun astenuto), il Senato ha votato a scrutinio segreto la conversione del decreto legge fiscale proposto dal governo, che all’articolo 5 (nei commi da 15-bis a 15-quater), dal 1 gennaio 2022, per le associazioni del terzo settore prevede il passaggio da un regime di esclusione a un regime di esenzione Iva per i servizi prestati e i beni ceduti dagli enti nei confronti dei propri soci. Il provvedimento, di cui è autore il senatore leghjista Alberto Bagnai, passa ora alla Camera, dove la discussione è prevista a partire dal 13 dicembre. All’origine della norma c’è una procedura d’infrazione europea del 2010, arrivata a seguito di un non corretto recepimento della direttiva comunitaria del 2006 sull’Iva. Tutte le forze politiche adesso corrono ai ripari con dichiarazioni a sostegno del mondo dell’associazionismo. Lacrime di coccodrillo. Per esempio, per la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si tratta di «una norma inaccettabile, che aumenta costi e burocrazia a carico del terzo settore e che va cancellata. Fratelli d’Italia si batterà strenuamente per correggere questa norma ed evitare di infliggere un duro colpo al terzo settore italiano». È intervenuto anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle: «Il M5S non vuole dimenticare chi si spende ogni giorno per gli altri, lavoreremo quindi per questa revisione e per eliminare ogni aggravio per il mondo del Terzo settore. Ci adopereremo per rivedere la soluzione presentata dalla Lega di superare il regime di esclusione dell’Iva per tutti gli enti del terzo settore».
Poi Matteo Salvini, leader della Lega: «Contabilità Iva più costosa e complicata per le associazioni di volontariato perché ce lo chiede l’Europa? Assolutamente no. Un conto sono le esigenze tecniche di Bruxelles, altro conto sono le esigenze reali dei volontari del terzo settore, di cui la politica ha il dovere di tener conto».
Il Partito democratico, con la deputata Stefania Pezzopane, afferma che «il terzo settore deve essere supportato e non penalizzato. Le associazioni operano per scopi sociali e pertanto questa valenza andrebbe riconosciuta, valorizzata e trattata in maniera specifica e non mortificata e punita». «Auspico che la norma venga ritirata e riscritta per salvaguardare il terzo settore», ha aggiunto. E ancora Dario Bond di Forza Italia: «La norma va corretta immediatamente, innanzitutto con un differimento al 2023. Dopodiché bisogna coinvolgere il terzo settore nella discussione, per arrivare alla soluzione più efficace. Bisogna fare un distinguo per le realtà di volontariato che non hanno alcuna entrata commerciale e quindi non perseguono utili. Si tratta di un’azione da fare in seno alla riforma del terzo settore». Così dal gruppo Misto la deputata Alessandra Ermellino: «Credo sia necessario valutare con attenzione la decisione di introdurre l’Iva per le associazioni di volontariato e le realtà no profit. Rischiamo di non riconoscere la specificità di questi enti, che non possono essere accomunati ad attività commerciali».
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