Ferrara. Al Sant’Anna, cresce l’area Covid. «Su cento interventi due rinvii»
Il direttore sanitario Longhitano: tra il 6 e l’8 dicembre 28 ricoveri ma l’attività chirurgica va avanti. A rischio le operazioni “minori”. Il dirigente del Dipartimento medico Gallerani: in terapia intensiva 8 non vaccinati su 9
FERRARA. «Vaccinatevi. Il vaccino protegge il paziente dagli effetti più gravi della pandemia, chi non lo fa rischia di ammalarsi, di essere ricoverato in terapia intensiva e di saturare posti letto che potrebbero essere destinati all’assistenza di altri pazienti, non ricoverati per il Covid». La dichiarazione, pronunciata col tono accorato di un appello, arriva dal direttore del Dipartimento medico dell’azienda ospedaliera Sant’Anna, Massimo Gallerani.
«In terapia intensiva attualmente – precisa il medico – su 9 pazienti ricoverati 8 non sono vaccinati. Sono persone che avrebbero potuto essere assistite in reparti non intensivi o in altre strutture non ospedaliere. In provincia quasi il 90% dei residenti (over 12, ndr) è vaccinato, oggi è veramente difficile capire per quali motivi si respinge questa opportunità. Gli ospiti delle Cra sono vaccinati e la differenza rispetto all’anno scorso – quando non era ancora disponibile il vaccino – è indiscutibile: dalle case di riposo infatti sostanzialmente non arrivano pazienti». La crescita dei ricoveri, però, c’è ed è consistente.
Proprio per questo motivo «è possibile che nei prossimi giorni – aggiunge il direttore sanitario, Elda Longhitano – si possa verificare la necessità di convertire ulteriori posti Covid free (cioè non riservati a pazienti pandemici, ndr) per renderli disponibili per pazienti positivi. Una necessità che potrebbe determinare possibili riprogrammazioni di attività». Anche la manager auspica «l’aumento del ricorso responsabile e consapevole alla vaccinazione», una scelta che va abbinata «all’adozione continuativa e rigorosa delle misure preventive», come distanziamento e mascherina oltre ad evitare gli assembramenti, sottolineano Longhitano e Gallerani.
Ignorare queste raccomandazioni fa crescere i contagi, i ricoveri e determina la riconversione di posti letto da non Covid a Covid. «Se consideriamo, questo ultimissimo periodo, bisogna osservare che nell’arco di 72 ore, dal 6 all’8 dicembre, a Cona sono stati effettuati ben 28 ricoveri urgenti dal pronto soccorso generale per Covid», i dati comunicati dal direttore sanitario. Finora l’impatto dell’incremento dei posti letto per pazienti positivi è stato contenuto, ma i segni di questa evoluzione iniziano a intravedersi: tra il 6 e il 7 dicembre «su 100 interventi chirurgici programmati, inclusa la chirurgia ambulatoriale, ne sono stati rinviati due, a bassa complessità», precisano dal Sant’Anna. Gallerani rimarca che la rimodulazione dei posti letto viene concordata a livello interaziendale e provinciale.
L’andamento della pandemia ha fatto più che raddoppiare i letti Covid in provincia nel giro di due mesi, da 54 a 122 (da 44 a 94 al S. Anna, più i 10 dell’ospedale del Delta e i 18 recentemente aggiunti nell’ospedale di Cento). «È già in corso comunque la riprogrammazione dell’ attività rinviata: non si tratta comunque di patologia di classe A, ovvero improcrastinabile», puntualizza Longhitano che descrive il modello di adattamento dell’azienda ospedaliera alle esigenze poste dalla pandemia: «flessibilità e resilienza» con il coinvolgimento di tutti gli apparati che partecipano all’Unità di crisi aziendale. Questo meccanismo, «assicurato dalla collaborazione di tutti i nostri operatori, supportato e sostenuto da consistenti incrementi di personale nel periodo 2020 e 2021 – conclude il direttore sanitario – ha fatto sì che nonostante nell’acme della terza ondata (tra marzo e aprile 2021) l’azienda ospedaliera abbia raggiunto 212 pazienti Covid ricoverati, ad ottobre 2021 l’azienda non solo ha recuperato il 95% dell’attività chirurgica sospesa nell’anno precedente, ma ha anche raggiunto un recupero medio di produttività in linea con quanto effettuato sul panorama regionale».
Gi.Ca.
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