Bonomi: “Uno sciopero ogni due giorni. E’ un rito”
ROMA. Per il leader di Confindustria, Carlo Bonomi «lo sciopero sembra essere ormai concepito sempre più come manifestazione identitaria, invece di rappresentare un ricorso estremo rispetto alla logica del confronto volto alla ricerca di soluzioni condivise». E aggiunge: «Se guardiamo alle cifre ufficiali dell'Autorità garante, nei soli servizi essenziali siamo in presenza di una media di 3-4 scioperi al giorno a livello territoriale. E di circa 250 scioperi nazionali ogni anno. Senza voler mettere in discussione la piena legittimità dei sindacati a proclamare scioperi, si tratta di cifre che esprimono la ritualità di uno strumento».
Sindacati
«Oggi ci sono state tante voci importanti sulla giornata dei diritti, come quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma anche preoccupanti come quella del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che ha trovato il modo di unirsi al coro di chi vuole cancellare il reddito di cittadinanza e che credo sia inaccettabile: la povertà non è una colpa ma è frutto di un modello sociale ingiusto da cambiare», afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco del convegno dell'Alleanza della povertà.
Responsabilità
«La dichiarazione di sciopero generale ci costringe, purtroppo, a prendere atto, con grande amarezza, del fatto che solo una parte del sindacato ha accolto l'appello a un confronto concreto». sottolinea Bonomi. E «un dialogo mirato alla convergenza sulle priorità vere per rimettere l'Italia su un sentiero pluriennale di crescita solida e per garantire finalmente risposte efficaci alle vittime di ogni crisi italiana: giovani, donne, poveri e titolari di contratti a tempo determinato». Secondo Bonomi «mentre il più del sindacato sembra deciso a seguire un'altra strada, noi crediamo che questo sia invece il tempo di far prevalere una grande senso di responsabilità nazionale, che travalichi le identità di parte per realizzare gli interessi del Paese». Quindi, «per tutte queste ragioni siamo convinti che, oggi più che mai, rispetto alle tante sfide che abbiamo di fronte lo sciopero sia la scelta sbagliata. L'Italia nella pandemia ha mostrato immense doti di responsabilità e la conferma di questo ogni giorno viene proprio da tutti i luoghi del lavoro. Dove, infatti, il Greenpass non ha generato affatto la tempesta che alcuni profetavano. Questa Italia, a stragrande maggioranza responsabile, si aspetta che istituzioni e parti sociali facciano insieme scelte giuste. Non lo sciopero generale».