Evelina Rawicz, la psichiatra che curava i bambini dell’ex Opp
TRIESTE Si apre e si chiude con l’omaggio a una donna lo sfoglio di questa settimana del Piccololibri. La copertina è dedicata a Evelina Rawicz, la prima triestina, ebrea di origine polacca, a laurearsi in medicina all’Università di Vienna, alla quale si iscrisse nel 1907, sette anni dopo che l’ateneo aveva ammesso le donne alla facoltà. Assunta dal Civico frenocomio triestino, nel 1927 divenne primaria e responsabile del Padiglione Ralli, attrezzato per accogliere bambini dai 5 ai 12 anni con problemi comportamentali e di apprendimento.
La chiusura dell’inserto propone invece l’intervista a una promessa della direzione corale, la triestina Petra Grassi, già messasi in luce a livello internazionale, diplomata alla Glasbena matica dove oggi insegna, quindi al Conservatorio di Trento. È stata la prima direttrice nella storia del Coro giovanile regionale, la più giovane a guidare il Coro giovanile italiano e la prima italiana nella squadra giovanile della rete Tenso dei cori europei di professionisti. Insomma, due donne di epoche e secoli diversi che si sono distinte (e Petra Grassi certamente andrà ancora più lontano, quest’estate a Vilnius e Utrecht...) in ambienti competitivi e ancora molto maschili, imponendosi per determinazione, professionalità e capacità.
Anche il paginone centrale dell’inserto - in edicola domani insieme al Piccolo all’interno del fascicolo di critica letteraria Tuttolibri - è in qualche modo un omaggio alla donna, così come viene interpretata dall’obiettivo di un maestro della fotografia, il siciliano Ferdinando Scianna. Quarantanove sue immagini, figure femminili ma non solo, sono in mostra a Palazzo Tadea di Spilimbergo fino al 9 gennaio, nell’allestimento curato dal Craf che s’intitola “Bellezza”. Primo italiano a essere chiamato, nel 1987, tra i “grandi” dell’Agenzia Magnum, dal suo sterminato archivio (in 50 anni di carriera ha scattato più di un milione di immagini) Scianna ha selezionato foto accomunate da uno stesso “modo di guardare”, come lui stesso spiega, che raccontano icone della moda, personaggi dello spettacolo, ma anche bambini, animali, strade della sua terra, oggetti, particolari raccolti per strada.
Donna è anche il personaggio da riscoprire sul Piccololibri. Si tratta di Graziana Pentich, la pittrice e poetessa triestina, morta nel 2013, moglie del poeta salernitano Alfonso Gatto, mai omaggiata dalla sua città con una mostra. È stata la fondazione Maria Corti di Pavia a ricordarla, quest’anno, in un volume in cui un contributo di Gabriella Norio racconta la genesi della silloge “Una visita agli anni”, edita nel 1968 da Mondadori, che causò a Graziana la rottura dell’amicizia con Anita Pittoni.
Completano lo sfoglio la testimonianza e le immagini del settantenne Nikolaj Butkov, il russo naturalizzato americano che oggi vive in Oregon ma che nacque nelle baracche per i profughi della Risiera di San Sabba, dove nel 1953 si erano sposati i suoi genitori e dove viveva anche la nonna Ekaterina. La famiglia, di borghesi “russi bianchi” malvisti da Lenin, era prima scappata dall’Urss dopo la Rivoluzione di Ottobre, quindi dalla Serbia, dove aveva trovato rifugio, per la rottura nel 1948 dei rapporti tra Tito e Stalin. Trieste l’aveva accolta, insieme a circa cinquemila altri profughi dall’Est Europa, nei campi per stranieri allestiti dal Gma. E qui Nic è tornato, nel 2018, in un emozionante viaggio della memoria.
La mappa d’autore ci porta infine nel territorio alla confluenza del torrente Torre con l’Isonzo, dove la Bassa friulana confina con la Bisiacheria e molti ragazzi di un tempo hanno trascorso estati indimenticabili.