A Gorizia l’ultimo omaggio a Demetrio Volcic: «In lui c’era lo spirito dell’Europa»
GORIZIA Non potendo farlo per il suo funerale - in programma oggi, ma in forma privata -, la città ha salutato Demetrio Volcic ieri, in una commemorazione ospitata dal Kulturni dom. A dirla tutta, l’omaggio estremo al giornalista scomparso di recente non è giunto soltanto da Gorizia: davvero tante, infatti, e non soltanto italiane, sono state le personalità che hanno voluto ricordarne le qualità straordinarie.
«Uomo indimenticabile», per esempio, l’ha definito Romano Prodi in un messaggio inviato al segretario regionale Skgz, Livio Semolic, già collaboratore parlamentare di Volcic, affinché lo inoltrasse alla famiglia. Ma davvero, di parole di lode per Mitja (come gli amici lo chiamavano), di commozione, di dolore per la sua morte ne sono arrivate a migliaia, in questi giorni e, tra quelli dei goriziani, non è mancato un pensiero commosso del deputato Guido Germano Pettarin: «Ci ha lasciato qualcosa di prezioso, l’esempio di una vita intera vissuta senza confini». L’esempio rimane, ma rimane anche il dolore per la perdita.
Ieri, al Kulturni dom, sul palco c’era allora una sedia vuota, a rappresentare l’assenza: soltanto una rosa rossa vi era collocata sopra. A fianco, una pila di libri. Sul fondale, poi, spiccava una sua immagine, che ha lasciato il posto, all’inizio, a un breve video di Giovanna Botteri, impegnata a tratteggiare l’illustre collega: «Il suo modo di fare giornalismo è stato fondamentale nell’avermi fatto scegliere questo lavoro. Da lui ho imparato tutto». Ed è stato soltanto il primo di tanti interventi. «La mia è la testimonianza di tutta la città, non soltanto di una sua porzione. Averlo potuto ospitare a Gorizia dev’essere per Gorizia un motivo d’orgoglio», ha quindi affermato il sindaco Rodolfo Ziberna che, ancora una volta, ha voluto tornare sulle virtù umane di Volcic: la dolcezza, la capacità di interloquire con chiunque, la semplicità. Ancora Ziberna: «Dovendo fare un nome che rappresenta lo spirito della nomina di Nova Gorica-Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025 non avrei dubbi a scegliere il suo». Poi, altri interventi, alcuni davvero di notevole spessore.
L’incontro è stato organizzato da Skgz e Kulturni dom. Livio Semolic, naturalmente, ha onorato l’amico, nuovamente ricordando che per lui, frequentarlo, ha costituito una continua lezione: anzi, un master universitario. «Per qualsiasi argomento, Mitja aveva una risposta ricca di sfumature, ma, ancor di più, domande di significato profondo. Lui, peraltro, non sopportava le domande con le quali si voleva limitare e non ampliare». Bojan Brezigar, già direttore del Primorski dnevnik, ha quindi messo in luce l’impegno politico di Volcic per il riconoscimento delle diversità, delle minoranze oltre alla sua capacità di integrarsi in tempi brevi nei vari contesti che ha frequentato. «Quando la città vorrà dedicargli una via, una piazza o tributargli un altro segno di riconoscimento - ha poi detto Brezigar, soprattutto rivolgendosi al sindaco Ziberna - non si prescinda dal farlo anche in lingua slovena».
Il complesso rapporto con la scrittura, quello con i confini e la virtù rara dell’ascolto («Era un uomo del dialogo, capace di ascoltare, prima che di parlare») sono stati i tratti di Demetrio Volcic che ha riassunto Paolo Possamai, già direttore del Piccolo, mentre Riccardo Illy, già sindaco di Trieste, parlamentare e presidente della Regione gli ha tributato ulteriori meriti: «Per me la sua conoscenza è stata un insegnamento per fare meglio politica. Sono convinto che ha fatto moltissimo per questi territori di confine, che intendeva come congiungimento di popoli diversi». «Aveva il garbo e la sapienza dei grandi narratori», l’ha poi ricordato Tatjana Rojc, accostandolo a Ivo Andric, che vinse il Nobel per la letteratura esattamente 60 anni fa. «Un grande maestro», l’ha ancora definito la senatrice prima che sul palco salisse l’ex presidente della Slovenia, Milan Kucan. «Sono stato onorato di averlo come amico. Voglio ricordarlo con il suo sapere quasi enciclopedico. Era un uomo inclassificabile. Come giornalista, raccontava i fatti mai trascurando il loro contesto. Era un giornalismo, il suo, che oggi non è raro: è inesistente». L’impressione, allora, è che altre iniziative a commemorare Volcic verranno: troppo grande è parso il vuoto che ha lasciato, anche se il Kulturni dom, per salutarlo, non era pieno. Mitja sarà sepolto a Gorizia. «Goriziano per scelta», l’ha definito Ziberna.