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Декабрь
2021

Sorpreso dalle fiamme, lo portano in salvo

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TREPPO GRANDE. Ha rischiato di morire soffocato dal fumo, mentre la camera era in fiamme.

A salvare un ex imprenditore di 63 anni a Treppo Carnico è stato il suo “angelo custode” Amadou Chune, 35 anni gambiano approdato in Italia su un barcone nel 2011 nell’ambito dell’Emergenza Nord Africa e in Carnia dal 2013 grazie a un programma di inserimento promosso dal cardinal Martini.

L’incendio si è sprigionato da una trapunta bagnata che il 63enne friulano aveva appoggiato alla stufa e che ha preso fuoco. Ma anziché spegnere le fiamme l’uomo, che si era sentito male, l’ha buttata in un’altra stanza dove l’incendio si è esteso, poi è tornato nella sua camera ed è crollato sul pavimento.

L’allarme è scattato verso le 18 mercoledì all’interno della casa cinquecentesca in via Dante Alighieri a Treppo Carnico, dove da qualche tempo era alloggiato l’ex imprenditore. «Dopo il trattamento all’Alcologia di San Daniele era entrato nella Comunità terapeutica a Bosco di Museis, ma lo avevo trasferito in un’abitazione di proprietà della mia famiglia perché aveva avuto alcuni problemi agli altri ospiti – racconta il responsabile del centro Renato Garibaldi –. Nel corso della giornata avevamo già interpellato la Guardia medica perché le sue condizioni di salute erano peggiorate e il nostro tuttofare, Amadou, lo monitorava».

È stato lui ad accorgersi che qualcosa di strano stava succedendo in casa. «Ho sentito un forte odore di bruciato e sono corso verso la camera del nostro ospite – racconta – lui era disteso sul pavimento e il fumo aveva invaso la stanza, il corridoio e un altro vano dove le fiamme si erano ormai estese; le ho spente con l’estintore poi ho cercato di mettere in salvo quell’uomo e l’ho accompagnato al piano di sotto, quindi sono tornato su per aprire le finestre e assicurarmi che non ci fossero più pericoli, come mi avevano insegnato in un corso antincendio».

Nel frattempo, l’allarme è scattato nella sede della Comunità terapeutica a Museis, Garibaldi ha chiamato i vigili del fuoco, giunti sul posto con una squadra che ha messo in sicurezza l’abitazione.

L’uomo è stato soccorso dal personale sanitario inviato dal 118, quindi trasportato all’ospedale di Tolmezzo con sintomi di intossicazione; è stato dimesso nella mattinata di ieri, quando ha fatto ritorno a Museis.

Sa che deve la sua vita ad Amadou. «Sono scappato dal Gambia tanti anni fa – racconta – e ho attraversato l’inferno per due anni in Libia prima di arrivare qui. Garibaldi mi ha accolto e mi ha salvato la vita, il minimo che posso fare ora è cercare di ricambiare» racconta Amadou con la faccia sorridente.

Quel volto, qualche anno fa, è stato ritratto su uno degli affreschi che ricoprono le pareti della chiesetta ottagonale di Museis, ispirati al capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo che recita: «Ero straniero e mi avete accolto». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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